(ANSA) - ROMA, 31 GEN - E', per un disabile alla guida di un'auto, uno dei tanti intralci alla vita di tutti i giorni: entrare in una zona a traffico limitato e ricevere a casa una multa. Infatti, basta essere residenti in un altro Comune rispetto a quello dove si è commessa l'infrazione per vedere, seppur temporaneamente, non riconosciuto il diritto alla mobilità. Il sistema digitale di rilevamento dei varchi, infatti, segue le singole banche dati comunali e dunque quell'automobilista a bordo di quell'auto può a prima vista sembrare non rispettare le disposizioni di limitazione del traffico. Così arriva la multa a casa e lui è costretto a fare ricorso presentando l'autorizzazione concessa dal suo ente locale. Tutto questo in un prossimo futuro potrebbe diventare un ricordo. L'ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità sta infatti lavorando alla Banca nazionale unica del Cude (Contrassegno unificato disabili europeo) che permetterà di risolvere, una volta per tutte, questo problema. "Stiamo lavorando insieme al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti all'istituzione della Banca nazionale unica per favorire la mobilità delle persone con disabilità, e, in particolare, l'accesso in tutte le zone a traffico limitato diverse da quelle del proprio comune di residenza - spiega Giuseppe Recinto, consigliere del presidente del Consiglio dei Ministri in tema di disabilità - E' una misura che consentirà di evitare ingiuste sanzioni agli aventi diritto, nonché di superare diversi aggravi di tempo ed organizzazione alle persone con disabilità in caso di spostamenti, soprattutto, nei comuni, in cui non risiedono".
    Novità anche per i non udenti: lo scorso 29 gennaio la Conferenza unificata ha dato il suo parere favorevole al decreto del presidente del Consiglio dei Ministri, che individua le modalità di utilizzo delle risorse del Fondo per l'inclusione sociale delle persone sorde e con ipoacusia di 4 milioni di euro. (ANSA).