Politica

Mattarella: 'Priorità resta il lavoro. Al voto solo con regole chiare'

Il discorso di fine anno del presidente della Repubblica. "Stop all'odio come strumento di lotta poltica". "Equazione immigrato-terrorista ingiusta"

Redazione Ansa

Riforma della legge elettorale con la necessità di avere due sistemi omogenei di voto tra Camera e Senato per andare a votare, ma anche lavoro, crescita e sicurezza. Sono questi i punti chiave del discorso di fine anno del presidente Sergio Mattarella.

IL DISCORSO DEL PRESIDENTE 

Un discorso che il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha commentato come "riferimento per l'azione di governo". Il leader del Pd Matteo Renzi ha espresso telefonicamente al Presidente della Repubblica l'apprezzamento e la piena condivisione per il "bel discorso di fine anno, in particolare sui temi del lavoro, dei giovani, dell'immigrazione, del senso di comunità, del sostegno alle popolazioni colpite dal sisma e nel ricordo dei ragazzi uccisi all'estero e nella citazione dei marò tornati in Italia e dell'entusiasmo di Bebe". Il leader del Pd condivide totalmente, inoltre, le parole di Mattarella sulla situazione politica italiana e sulle priorità del l'agenda istituzionale". Mentre dall'opposizione Beppe Grillo e Matteo Salvini vanno all'attacco. 

Eccolo il discorso del capo dello Stato in pillole:

LEGGE ELETTORALE - Non vi è dubbio che, in alcuni momenti particolari, la parola agli elettori costituisca la strada maestra. Ma chiamare gli elettori al voto anticipato è una scelta molto seria. Occorre che vi siano regole elettorali chiare e adeguate perché gli elettori possano esprimere, con efficacia, la loro volontà e questa trovi realmente applicazione nel Parlamento che si elegge. Queste regole, oggi, non ci sono: al momento esiste, per la Camera, una legge fortemente maggioritaria e, per il Senato, una legge del tutto proporzionale. L’esigenza di approvare una nuova legislazione elettorale mi è stata, del resto, sottolineata, durante le consultazioni, da tutti i partiti e i movimenti presenti in Parlamento.

LAVORO - Il problema numero uno del Paese resta il lavoro. Nonostante l’aumento degli occupati, sono ancora troppe le persone a cui il lavoro manca da tempo, o non è sufficiente per assicurare una vita dignitosa. Non potremo sentirci appagati finché il lavoro, con la sua giusta retribuzione, non consentirà a tutti di sentirsi pienamente cittadini. Combattere la disoccupazione e, con essa, la povertà di tante famiglie è un obiettivo da perseguire con decisione. Questo è il primo orizzonte del bene comune. 

CRESCITA - La crescita è in ripresa, ma è debole. Il suo impatto sulla vita di molte persone stenta a essere percepito. Va ristabilito un circuito positivo di fiducia, a partire dai risparmiatori, i cui diritti sono stati tutelati con il recente decreto-legge.

CORRUZIONE - Essere comunità di vita significa condividere alcuni valori fondamentali. Questi vanno praticati e testimoniati. Anzitutto da chi ha la responsabilità di rappresentare il popolo, a ogni livello. Non vi sarà rafforzamento della nostra società senza uno sviluppo della coscienza civica e senza una rinnovata etica dei doveri. La corruzione, l’evasione consapevole degli obblighi fiscali e contributivi, le diverse forme di illegalità vanno contrastate con fermezza.

TERREMOTO - Un pensiero di sostegno va rivolto ai nostri concittadini colpiti dal terremoto, che hanno perduto familiari, case, ricordi cui erano legati. Non devono perdere la speranza. L’augurio più autentico è assicurare che la vita delle loro collettività continui o riprenda sollecitamente. Ovunque, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nel ritrovarsi insieme. Ricostruiremo quei paesi così belli e carichi di storia. Ci siamo ritrovati tutti nel sostegno alle popolazioni colpite e nell’apprezzamento per la prontezza e l’efficacia dei soccorsi. Alla Protezione Civile, ai Vigili del Fuoco, alle Forze di Polizia, ai nostri militari, ai tanti volontari esprimo la riconoscenza del Paese. Il loro operato è oggetto dell’ammirazione internazionale.

TERRORISMO E IMMIGRAZIONE - Dopo l’esplosione del terrorismo internazionale di matrice islamista, la presenza di numerosi migranti sul nostro territorio ha accresciuto un senso di insicurezza.E’ uno stato d’animo che non va alimentato, diffondendo allarmi ingiustificati. Ma non va neppure sottovalutato. Non rendersi conto dei disagi e dei problemi causati alla popolazione significa non fare un buon servizio alla causa dell’accoglienza. L’equazione immigrato uguale terrorista è ingiusta e inaccettabile, ma devono essere posti in essere tutti gli sforzi e le misure di sicurezza per impedire che, nel nostro Paese, si radichino presenze minacciose o predicatori di morte. Anche nell’anno trascorso, le nostre Forze dell’ordine e i nostri Servizi di informazione hanno operato con serietà e competenza perché, in Italia, si possa vivere in sicurezza rispetto al terrorismo, il cui pericolo esiste ma si cerca di prevenire.

RAPPORTO CON L'UE - Dall’Unione ci attendiamo gesti di concreta solidarietà sul problema della ripartizione dei profughi e della gestione, dignitosa, dei rimpatri di coloro che non hanno diritto all’asilo.

NO ALL'ODIO COME STRUMENTO DI LOTTA POLITICA - Vi è un altro insidioso nemico della convivenza, su cui, in tutto il mondo, ci si sta interrogando. Non è un fenomeno nuovo, ma è in preoccupante ascesa: quello dell’odio come strumento di lotta politica. L’odio e la violenza verbale, quando vi penetrano, si propagano nella società, intossicandola. Il web è uno strumento che consente di dare a tutti la possibilità di una libera espressione e di ampliare le proprie conoscenze. Internet è stata, e continua a essere, una grande rivoluzione democratica, che va preservata e difesa da chi vorrebbe trasformarla in un ring permanente, dove verità e falsificazione finiscono per confondersi.

FEMMINICIDIO - Un’altra grave ferita inferta alla nostra convivenza è rappresentata dalle oltre 120 donne uccise, nell’anno che si chiude, dal marito o dal compagno. Vuol dire una vittima ogni tre giorni. Un fenomeno insopportabile che va combattuto e sradicato, con azioni preventive e di repressione.

DA BEBE VIO A PAPA FRANCESCO, LE CITAZIONI - Giulio Regeni, Valeria Solesin, Fabrizia Di Lorenzo ma anche Bebe Vio ("come non ricordare il suo entusiasmo travolgente") e i due Marò. Sono queste alcune delle persone citate nel discorso del presidente. Tra gli altri anche i bambini della scuola dell’Infanzia di Acquasanta Terme, nominati in chiusura del discorso. Ho ricevuto in dono un disegno - dice Mattarella - che ritrae la loro scuola. Vi è scritto: “La solidarietà diventa realtà quando si uniscono le forze per la realizzazione di un sogno comune”. Vorrei concludere facendo mio questo augurio, e rivolgendolo a ciascuno di voi, perché i sogni dei bambini possono costruire il futuro della nostra Italia.

LE PROVE DEL DISCORSO DI FINE ANNO - IL VIDEO

 

 

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