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Di Salle e Dubbini (470) ecco la terza medaglia

Vela olimpica, bilancio positivo in World Cup a Enoshima. E ora viene il bello...

Responsabilità editoriale Saily.it

Nell'ultima giornata delle preolimpiche di Coppa del Mondo in Giappone arriva la terza medaglia per la vela azzurra: Benedetta Di Salle e Alessandra Dubbini confermano il terzo posto nel 470 femminile. La Medal Race non si corre per assenza di vento. Il bilancio finale della World Cup Japan - LA SITUAZIONE DELLA VELA OLIMPICA AZZURRA CLASSE PER CLASSE E LE PROSPETTIVE 2019-2020 - FOTO E VIDEO

 

Enoshima chiude con un altro giorno uggioso di grigio, pioggia e pochissimo vento. Solo i Laser e Radial "strappano" a stento una Medal Race al limite della regolarità, mentre i 470 M/W restano a terra. Confermato quindi il 3° posto e il podio per le azzurre Benedetta Di Salle e Alessandra Dubbini, che sul palco della premiazione si distinguono a colpi di champagne. E' la terza medaglia azzurra a questa tappa di Coppa del Mondo che come detto più volte aveva la valenza di una preolimpica sul campo dei Giochi 2020.

Se conosciamo bene Benny e Ale, avrebbero voluto regatare: magari rischiare il podio ma provare anche a migliorare il metallo della medaglia. Loro che a quanto fatto vedere quest'anno, oltre al tasso di crescita nella media delle classifiche, hanno mostrato un approccio alle Medal Race più affidabile e concreto di altri azzurri. Senza paura, con la giusta dose di leggerezza, con un bel pezzo di cuore oltre l'ostacolo. E adesso finalmente non sono più una prospettiva, ma una scena in primo piano.

Qualifica 2020 al supermondiale, titolo iridato Juniores e altra medaglia alla World Cup in Giappone. Benny e Ale sono la coppia femminile dell'anno della vela olimpica azzurra, basta guardarle per capire. Benedetta, misurata nei modi, dolcemente seriosa, sprizza il suo talento non solo nel bordeggio ma anche negli occhi vispi. Alessandra, un paio d'anni più giovane, fisicamente preponderante, pronta agli slanci. Dopo un anno così non possono più nascondersi.

In evidenza a Sagamy Bay i velisti giapponesi nel 470: oro maschile e argento femminile. La conoscenza di un campo di regata così particolare, con onda sempre presente e vento di tutti i tipi ad alta imprevedibilità, si rivela più decisiva in classi meno veloci dove contano tattica e bordeggio. Prepariamoci a conoscere nuovi personaggi del circo olimpico della vela. Sperando che la comunicazione intorno a questo sport torni a crescere: il problema non è solo itaiano (come da noi più volte lamentato), la vela ha bisogno di una presenza costante sui media, almeno nelle occasioni dei suoi eventi maggiori, e questo non avviene. 

Bilancio sportivo positivo comunque da Enoshima per la vela azzurra. Il piano del DT Marchesini, dichiarato già ad Aarhus (da adesso e per i prossimi due anni concentrare attenzioni e investimenti sugli equipaggi che hanno la potenzialità di Medal o di podio), sembra già essere partito. Non c'erano 49er, FX nè Finn azzurri in Giappone. E per il futuro, se non cambieranno le cose e arriveranno risultati, rischiano di restare indietro anche i Laser.

QUANTO AL FUTURO... - Sul serbatoio dei ricambi futuri, i giovani e giovanissimi, lavora la direzione giovanile della Sensini. Il processo di ricambio e di proposta di nuovi equipaggi che possono portare alla rinascita di una classe derelitta può essere mediamente rapido. In fondo nel 2016 i 470 maschile e femminile stavano messi maluccio, e adesso abbiamo gente da podio.

OCCHI SUL 2019-2020 E SULLE SELEZIONI OLIMPICHE ITALIANE - Quindi sarà interessante vedere nel dettaglio la filosofia e l'operatività della preparazione olimpica 2019-2020, e naturalmente le regole per le selezioni azzurre ai Giochi. Che si annunciano particolarmente interessanti in alcune classi: lo stesso Nacra 17, vista la velocità con cui Vittorio e Maelle hanno colmato il gap con la super-coppia Ruggero e Caterina; il 470 femminile, dove Benny e Ale devono tenere d'occhio Elena Berta e Bianca Caruso non hanno certo alzato bandiera bianca (appena fuori dalla medal a Enoshima); quello maschile dove Giacomo Ferrari e Giulio Calabrò dovranno comunque guardarsi le spalle dai due Matteo, Capurro e Puppo; nelle tavole maschili si rinnoverà il duello civitavecchiese tra Mattia Camboni e Daniele Benedetti; in quelle femminili tra la veterana Flavia Tartaglini che sogna a Tokyo 2020 la vendetta sportiva della quasi-medaglia di Rio 2016 ma ha nella scalpitante giovane sarda Marta Maggetti un riferimento non da poco. Tutte rivalità che gestite bene possono essere utili a crescere.

Poi si vedrà la situazione delle altre classi, al momento deludenti: i Laser orfani di Francesco Marrai (la soluzione allo stop medico imposto dal CONI potrebbe arrivare nel 2019, ma bisognerà vedere quanto ritardo ha accumulato l'atleta in un anno di fermo) e con Gio Coccoluto a corrente alternata, hanno tanti giovani in arrivo ma non per entrare in gioco in questo quadriennio. Il Radial ripropone vecchi confronti di atlete (Zennaro, Floridia, Balbi, da quest'anno Albano) e una ulteriore nidiata di baby in arrivo, ma senza la punta di diamante, la timoniera in grado di competere nelle altissime sfere.

I 49er vivranno i mesi della verità: Uberto Crivelli e Gianmarco Togni contro Jacopo Plazzi e Andrea Tesei, oltre a capire chi sono i più forti serve una misura aggiornata del livello internazionale. Nel FX la novità della coppia Claudia Rossi e Erica Ratti, allenate da Francesca Clapcich sarà tutta da scoprire, con l'avvertenza che in classe olimpica non si inventa nulla dall'oggi al domani, e alle ragazze va dato tempo: ne avranno abbastanza? Altri team, vecchi e nuovi o di ritorno, si stanno assemblando, è una classe in movimento, anche troppo.

Infine il Finn, terra (quasi) di nessuno, senza timonieri italiani maturi che abbiano al momento i numeri per inserirsi credibilmente in un primo 20% della flotta. Alessio Spadoni è il più avanti, il futuro vede crescere Federico Colaninno e poco altro intorno. Aspettiamo qualche laserista particolarmente dotato fisicamente. Peccato veder languire così il singolo storico che ha visto all'opera i Pelaschier, i Semeraro, e le medaglie di Albarelli e Devoti.

Responsabilità editoriale di Saily.it