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Luna Rossa e il segreto del Mister Philippe Presti

Da mercoledi 10 le regate del Match che vale la XXXVI America's Cup

Responsabilità editoriale Saily.it

QUANTO CONTA L'ALLENATORE IN UN TEAM DI COPPA? UN PO' COME NEL CALCIO... - Per una volta la vela francese è nostra alleata... Parla il coach della sfida italiana Philippe Presti. Un velista completo: Olimpiadi, match race, offshore, tanta Coppa. E fedelissimo di Jimmy Spithill: era coach di Oracle nella storica rimonta da 1-8 finita con la vittoria 9-8, velista (tattico e secondo timoniere) anche su Luna Rossa nel 2007 a Valencia. Il suo ruolo per le partenze e la tattica - GUARDA DUE VIDEO

 

di Christophe Julliand

Tra i segreti non tanto segreti di Luna Rossa c'è anche lui, il Mister. Philippe Presti, 56 anni, due Olimpiadi nelle classi Finn (impossibile non citare le sue due Finn Gold Cup vinte nel 1993 e 1996) e Soling, tante vittorie nei circuiti internazionali mach race, RC44, 12M, tattico sui Maxi. Ha vinto con il team australiano la prima edizione di Sail GP nel ruolo di coach. E soprattutto ha in curriculum ben sei campagne in Coppa America, tra cui le due vinte con gli americani di Oracle, oggi alla seconda consecutiva con il team italiano di Luna Rossa. Un legame stretto e personale con Max Sirena e Jimmy Spithill. Un carattere solare e disponibile, capace di interagire proficuamente con tutti.

Ecco perchè abbiamo voluto trarre spunto dai colleghi della celebre redazione di Voiles & Voiliers che ha pubblicato una lunga intervista video realizzata da Gilles Martin-Raget a Philippe Presti, coach del team Luna Rossa Prada Challenge dopo la conquista della Prada Cup, a questo link: https://voilesetvoiliers.ouest-france.fr/regate/coupe-de-l-america/video-america-s-cup-philippe-presti-coach-des-italiens-analyse-le-duel-face-aux-neo-zelandais-fb07ea96-78de-11eb-9cc7-52c7bf2f6234.

La conquista della Prada Cup e del diritto di affrontare i kiwi per la 36ma edizione dell’America’s Cup, dimostra ‘’il grande passo in avanti effettuato in fatto di comunicazione a bordo e i progressi realizzati nella ricerca della stabilità di volo. Uno step indispensabile - precisa Presti - per poter sfruttare poi la potenza del mezzo raggiunto sommando piccole progressioni sui sistemi e sulla coordinazione dei membri dell’equipaggio.

Nel dettaglio, il coach evoca modifiche effettuate sulla barca (aggiustamenti dei sistemi di regolazione dei foil per lavorare, sempre alla ricerca di più stabilità, sugli assetti longitudinale e laterale e sull’altezza di volo), modifiche sui software e sulle procedure. Presti inoltre dettaglia nell'intervista la problematica del traveller, cioè del trasto randa, sempre con lo stesso obiettivo in mente, quello di creare stabilità per andare più veloce: comprensione del problema e risoluzione rapida. Quindi definire la potenza da dare sul sistema idraulico, ovvero chi grinda e quando, quanta energia creare, se utilizzare gli accumulatori o meno. Non somiglia in fondo agli schemi di gioco di una squadra di calcio? 4-3-3, 3-5-2... Allora ecco che Mister Presti, un mix di esperienza, carisma, consigliere e amico della ciurma, entra in gioco.

Sulla vittoria contro Ben Ainslie & Co, Philippe è stato molto felice di vedere il suo team concludere il primo week end con un 4 a 0: “perché non erano condizioni ideali per noi, con vento abbastanza forte. Ha fatto la differenza il controllo delle fasi di partenza e di controllo durante la regata. Cosa che non eravamo riusciti a fare nelle regate precedenti.” Questa progressione spiega Presti, è stata possibile ‘’grazie al grande lavoro fatto con il chase boat (Lee bow) che ci ha permesso di aver segnali migliori in acqua, e di ottimizzare le sequenze delle manovre, quando tirare su e giù il foil, migliorare il timing.’’

COSA HA FATTO LA DIFFERENZA CONTRO INEOS - Secondo Presti “Il deficit di velocità dimostrato da Ineos con poco vento è dovuto alla taglia dei foil di Britannia” ma sopratutto “Ineos ha passato troppo tempo in cantiere e non abbastanza in acqua. Gli inglesi erano convinti di essere sopra, si sono concentrati sulla barca cercando di renderla più veloce. Noi abbiamo fatto il contrario per cercare di portare la barca così com’era ma in modo più efficiente in regata. Ci siamo allenati in modalità navigazione, a base di partenze e di regate con il chase boat, per raccogliere e analizzare dati, prima di passare al simulatore a terra. E’ questa dinamica che dobbiamo conservare per la Finale.’’ 

Il coach non nasconde di aver avuto inizialmente qualche dubbio su questo tipo di allenamento che ha scoperto dai neozelandesi nell’edizione precedente della Cup, ma ci ha ripensato e spiega: ‘’A bordo della chase boat abbiamo tutti i dati, gli angoli e i numeri della centrale della barca a vela. Così possiamo riprodurre in acqua situazioni realistiche per allenarci alla regata. Non era un tipo di allenamento previsto inizialmente ma che porta i suoi frutti.’’  Riuscire a mantenere la stessa dinamica e tornare concentrati per il match: "non siamo qui per la Prada Cup ma per l’America’ Cup", puntualizza il coach, ripetendo il mantra di tutti i lunarossiani da mesi.

FORZE E DEBOLEZZE DEI KIWI - I punti di forza di ETNZ, per Philippe: “Partono da una base vittoriosa con una squadra già a posto e poco cambiata, hanno proposto il concetto di barca tra 6 e 7 mesi di anticipo. Dall’inzio guardiamo cosa fanno e ci adattiamo. Punto debole? Hanno regatato poco e abbiamo visto che le regate sono una cosa diversa, sopratutto con percorsi cosi brevi con queste barche. Regatare è un’altra dimensione. Noi abbiamo avuto questa opportunità.” 

Sui punti di forza Luna Rossa invece Philippe si esprime più liberamente: ‘’Rispetto a quello che abbiamo visto sulle altre barche, abbiamo qualche vantaggio con vento leggero. Abbiamo visto che in condizioni di vento forte, la loro barca va veloce ma il controllo sembra diventare difficile. Contrariamente a noi che abbiamo un trimmer di randa dedicata, Peter Burling deve regolare l’ala timonando, il che rappresenta forse qualche vantaggio ma può essere più difficile quando il vento soffia. Poi sono allenato a scuffiare. Nel resto del range di vento non sappiamo in realtà. E’ per questo che sono convinto che se riusciamo a partire davanti avremo la possibilità di capitalizzare, perché è complicato poi riuscire a superare sul percorso.” 

Sulla “strana” coppia Bruni - Spitthill: “Si sono adattati al doppio ruolo di timonare e pilotare il foil. Tutti i nostri debriefing sono basati sulla comparazione di un bordo all’altro, impariamo dall’esperienza da entrambi i lati ed è super efficace. Checco e Jimmy hanno caratteri che più diversi non si puo': tutta la squadra beneficia sia dalla freddezza di Jimmy che dall’entusiasmo tutto latino di Checco. E’ un continuo lavoro di coordinamento e di comunicazione. Poi c’è il terzo elemento: PIetro Sibello  che è l’unico a vedere entrambi i lati. Ha un talento e un ‘esperienza immensi, che dovevano emergere.”   

IL MIO LAVORO QUOTIDIANO - “Coordinare il tutto per offrire il migliore feedback, questo è il nostro lavoro quotidiano insieme agli altri coach del teamn - racconta Presti - Vasco Vacotto che si occupa di vele e di meteo, Jacopo Plazzi dell'aspetto tecnico e delle analisi di tutte le manovre oltre a seguire le evoluzioni degli altri team, Matteo Ledri e Franz Mongelli con l’analisi data perfromance... Io mi occupo più dell’aspetto tattico, delle partenze e dei simulatori." Alla fine dell’intervista, Philippe Presti spiega le principali differenze delle due barche, differenze che riguardano sopratutto dimensioni, geometrie dei foil, aspetti apparentemente microscopici ma in grado di fare la differenza. Per giocare bene nel difficile grande gioco della Coppa, serve il Mister.

 

Responsabilità editoriale di Saily.it