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A 65 anni Jean Le Cam ha le idee più giovani!

Yes We Cam! Sentiamo un personaggio unico della vela oceanica

Responsabilità editoriale Saily.it

PENSA AL SESTO VENDEE GLOBE CONSECUTIVO (RECORD ASSOLUTO) E RIVELA QUAL E' LA SUA BARCA IDEALE - “Lo sviluppo recente porta a barche inaccessibili, complesse, elitarie. Invece serve meno complessità tecnica, meno problemi di attracco nei porti, meno fatica nel gestirle. Il mio nuovo Imoca sarà leggero, facile, con la deriva! Prendiamo spunto dagli ultimi Class 40. E costruiamone tre, per abbattere i costi”. Dove puo' portare la lezione inattesa di Jean Le Roi?

 

Amatissimo, seguitissimo, ascoltatissimo. Jean Le Cam, miliardi di rughe scavate dal vento sul volto in decine di regate, avventure, naufragi, imprese su mari altissimi, soprannominato Re Jean, getta un sasso nello stagno della vela oceanica, a meno di tre anni dal prossimo giro in solitario senza scalo Vendée Globe. Lui, che è arrivato quarto nell'ultima edizione, e che intanto aiuta a gestire i progetti di due giovani velisti come Benjamin Ferré e Violette Dorange, svela la sua voglia di partire ancora, per quello che sarà il suo sesto Vendée consecutivo (record assoluto!), a 65 anni, su una barca nuova. E che barca…

Dopo cinque Vendée Globe consecutivi, quattro delle quali completate, l'inarrestabile Jean punta a cambiare il suo fedele Hubert (l'ex Foncia di Michel Desjoyeaux che poi è il design Farr vincitore dell'edizione 2008): “Non ho intenzione di fare un quarto giro del mondo su Hubert, ho pensato subito di tornare, con un progetto diverso e una barca nuova.”

Che meraviglia essere JLC, Le Roi, e permettersi questo lusso a 65 anni, e ovviamente ecco che tutti sono curiosi di sentirsi dire come sarebbe questa nuova barca. "Con le barche moderne di oggi ci stiamo dirigendo verso l'inaccessibilità del Vendée Globe, verso un livello di elitarismo, e questa non è mai stata la mia filosofia. Questo progetto riguarda la realizzazione di una barca semplice, affidabile, accessibile, con meno complessità tecnica, meno problemi di attracco nei porti, e minor fatica nel gestirla e padroneggiarla. Penso a un Imoca con deriva, leggero e maneggevole da solo, che potrebbe essere tra 1 e 1,5 nodi più veloce di Hubert nel giorno medio..."

Jean Le Cam ha un'idea decisamente precisa di quello che vuole, e già sono stati contattati diversi architetti: "L'obiettivo è prendere ispirazione dalle nuove carene che vedete nei Class40. C'è una vera evoluzione sull'ultima generazione di 40 piedi che voglio da applicare a un 60 piedi."

Ora l'obiettivo è trovare partner, "che condividano la filosofia del progetto", che si uniscano in un'avventura che per King Jean dovrà essere collettiva, riuscendo a varare più barche dallo stesso progetto. "In un modello economico sensato l'opzione ideale è di costruire tre barche. Ciò consentirebbe di creare un po' di dinamicità, una sorta di evento nell'evento, di mettere in comune i costi e quindi di rendere finanziariamente accessibile il Vendée Globe agli sponsor e ai giovani velisti con una semplice barca. Questo è il percorso che stiamo proponendo”.

Certi uomini sono marinai anche a terra, capaci di vedere la rotta giusta e fiutare dove porta il vento. La visione di una mini flotta di nuovi Imoca più accessibili in tutti i sensi può davvero segnare una strada. L’idea viene dalla Francia dove sul tema non si fermani mai. Ma a pensarci bene sarebbe applicabile alla grande alla situazione italiana, con parecchi giovani navigatori che non hanno abbastanza mezzi per continuare a sognare…

Responsabilità editoriale di Saily.it