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Alive trionfa a Hobart con un italiano a bordo

Dalla partenza agli arrivi, una grande festa offshore downunder

Responsabilità editoriale Saily.it

E' Alive, prototipo Reichel Pugh di 66 piedi, ex Black Jack, il trionfatore in tempo compensato della Rolex Sydney Hobart 2018. Ha vinto in casa, visto che l'armatore Philip Turner è un imprenditore tasmaniano e la barca corre per il guidone del Derwent Sailing Squadron - A BORDO ANCHE L'ITALIANO MARCO CARPINELLO, PRODIERE GIRAMONDO - La premiazione conclude un'altra edizione sontuosa. La piccola burrasca per gli ultimi conferma la grande preparazione - FOTO E VIDEO

 

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ALIVE PIGLIATUTTO - E' Alive, prototipo Reichel Pugh di 66 piedi, ex Black Jack (quasi gemella del precedente Wild Oats X), il trionfatore in tempo compensato della Rolex Sydney Hobart 2018. Ha vinto in casa, visto che l'armatore Philip Turner è un imprenditore della Tasmania e la barca corre per il guidone del Derwent Sailing Squadron, il club affacciato sul fiume che bagna Hobart. Un'altra barca longeva con un ricco palmares di successi e record in regate sulla costa orientale dell'Australia, ma nella stagione 2017 era stata protagonista nel circuito del sud-est asiatico e nelle Asian Series.

Tornata a casa alla Rolex Sydney Hobart ha trovato tutto giusto per lasciare il segno: le condizioni, i salti di vento, la conduzione da parte dell'equipaggio. Tutto ha funzionato e Alive tutto ha vinto: prima overall, prima IRC, prima ORCi, prima di classe, a fronte del 5° posto in reale, alle spalle dei quattro supermaxi superfavoriti. Una bella differenza rispetto all'ultima partecipazione, nel 2016, quando Alive fu ottava in reale e diciassettesima in compensato.

Il tempo di gara di Alive è stato di 2 giorni, 1 ora, 40 minuti e 36 secondi, la media di 12,6 nodi. Sulla linea ha preceduto di 13 minuti la quasi gemella Wild Oats X, affidata a un equipaggio interamente femminile. A bordo di Alive con l'armatore Philip Turner, lo skipper Duncan Hine e il navigatore Wouter Verbraak. Il nome vi dice qualcosa? Suo malgrado fu il protagonista dell'incredibile incidente di Vestas alla Volvo Ocean Race 2014-2015, la barca prese in pieno e salì letteralmente su un reef corallino non considerato lungo la rotta per un errato utilizzo e settaggio degli strumenti di navigazione. Un incidente tanto spettacolare che ha influito sulla carriera del navigatore olandese (è nato a Eindhoven nel 1975), che fu sbarcato e non trovò altri ingaggi nella regata intorno al mondo. Oggi questa vittoria importante alla RSTHR in qualche modo lo riabilita.

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BRAVO MARCO! - A bordo anche uno dei tre italiani presenti a questa edizione della regata, Marco Carpinello. Classe 1981, collare d'oro CONI nel 2015 per la vittoria al mondiale ORC con Enfant Terrible, Marco ha una vasta esperienza di regate d'altura e offshore, è stato alle drizze anche sul Cookson 50 Mascalzone Latino, si vede anche su RC44, Melges 40... Complimenti a Marco per aver portato un pezzetto di Italia sulla cima della Rolex Sydney Hobart che chiude l'anno della vela in grande stile. 

ICHI BAN, IL FAVORITO SCONFITTO - Non ha trovato gli spunti giusti Ichi Ban, altro protagonista molto atteso, anzi favorito per molti al successo finale in tempo corretto. Il 10° posto in reale non è bastato per questo intramontabile TP52 progetto Botin, preparato e ottimizzato per le regate offshore dall'armatore Matt Allen e dal suo equipaggio, che non ha grandi stelle famose del firmamento velico, ma ha questo non secondario dettaglio: 10 su 14 velisti a bordo hanno corso almeno dieci Sydney-Hobart! Il più longevo di tutti (28 partecipazioni) è lo stesso Matt Allen. Il quale ha un'altra particolarità non indifferente: è il presidente della federvela australiana!

Dopo essere stato presidente dello stesso circolo organizzatore della Rolex Sydney To Hobart Race (2007-2010), Allen è stato eletto presidente di Australian Sailing nel 2013, e nel 2017 è entrato nel Board del Comitato Olimpico australiano. E' anche in World Sailing come vice presidente dell'Oceanic & Offshore Committee (che adesso avrà a che fare anche con le Olimpiadi...), ed è stato membro dell'Arbitration Panel della 35 Coppa America nel 2017 a Bermuda. A 56 anni sembra decisamente muoversi bene sia fuori dall'acqua che in regata.

Il suo Ichi Ban è stato vincitore overall dello scorso anno, quando ha conquistato l'ambita Tattersall Cup che spetta al trionfatore in tempo compensato, partiva ancora con i favori del pronostico per fare il bis. Tra una Sydney-Hobart e l'altra, questa barca ha vinto: la Brisbane-Gladstone Race, la Flinders Island, la Newcastle Bass Island Race, l'Airlie Beach Race Week, e si è classificata seconda alla prestigiosa Hamilton Island Race Week e alla Noakes Sydney Gold Coast Yacht Race. Stavolta deve accontentarsi: oltre alla top-10 in reale, come detto, Ichi Ban porta a casa un 5° posto in IRC (alle spalle di Alive, Wild Oats X e Voodoo) e un 4° in ORCi (nell'ordine dietro Alive, Voodoo e Black Jack). A quanto pare le condizioni quest'anno non hanno favorito le sorprese o le barche da crociera-regata, ai primi posti ci sono tanti racer puri.

GABRIELE OLIVO E TEASING MACHINE - Un altro italiano in gara era l'ex Volvo Ocean  Race Gabriele Olivo, a bordo del 54 piedi francese Teasing Machine, altro contendente per i primissimi posti. Al momento di scrivere questo articolo, Teasing e Gabriele navigano a 30 miglia dal traguardo in lotta tra il 15° e il 20° posto in reale.

QUI SOTTO DUE VIDEO DAILY SHOW - IN ARRIVO SU SAILY TV ALTRI VIDEO SULLA REGATA E I PROTAGONISTI

GLI ITALIANI E LA RSTHR 2018: PARLANO GABRIELE OLIVO E MARCO CARPINELLO: IN ARRIVO SU SAILY!

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