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Romantico e crudele Vince il vecchio Joyon

Route du Rhum Destination Guadeloupe: il sorpasso

Responsabilità editoriale Saily.it

RIVEDI QUI LA DIRETTA DELL'ARRIVO - Un finale clamoroso, incredibile, storico: alle 04:21 nel cuore della notte caraibica, dopo un lungo duello tra buoni e scarsi, Francis Joyon (62 anni) e IDEC Sport (12 anni) hanno vinto la Route du Rhum del quarantennale, approfittando anche delle avarie che hanno rallentato Francois Gabart e Macif, staccati di soli 7 minuti, alle 04:28 LE IMMAGINI DEL SORPASSO STORICO DA RIVEDERE - Il grande vecchio ha ragione dell'immenso nuovo - LEZIONE RHUM - La ripartenza di Alberto Fantini

 

Per tremila e cinquecento miglia, dalle tempeste iniziali, tagliate come una lama affilata, alla conquista degli alisei, Francois Gabart e Macif, splendente e ardente gioventù, presente e futuro della vela, avevano fatto il vuoto. Ritirati per avarie varie e gravi i rivali più forti: Armel Le Cleac'h con Banque Populaire IX, Sebastien Josse con Gitana, Thomas Coville con Sodebo. Gabart-Macif lanciati verso la storia già scritta per loro. Solo un immortale Francis Joyon col fidato IDEC Sport è rimasto alle sue costole. Costante, coriaceo, rugoso, testardo. Joyon non ha mollato. Gabart l'ha tenuto a bada e ogni giorno guadagnava qualcosa, è arrivato a quasi 200 miglia di vantaggio, a due giorni dall'arrivo. Ma il mare...

Il sesto giorno Macif ha avuto più problemi in poche ore che nei 42 giorni del suo giro del mondo record. Un foil, un timone, la randa. Francois rallentato, notevolmente. Ma vicino al traguardo, altrettanto notevolmente. Si affaccia in tutti l'idea dell'arrivo in una pazzesca volata e la prospettiva del sorpasso. E' nuovo cotro vecchio, con tutte le implicazioni del caso.

La rimonta di Joyon e le notizie sulle avarie di Gabart sono già storia. Ma le ultime ore, dall'una alle quattro, sono un romanzo indimenticabile. Due maxi trimarani illuminati dai fasci di luce che sembrano (e anzi sono!) dei piccoli Flying Junior in un laghetto. Code Zero di 400 metri quadrati che si sgonfiano e si arrotolano, prue di carbonio che sbattono su ondine misere ma in grado di fermarle. Il vento che va e viene, più va che viene. Lunghi "parcheggi", prima Macif poi IDEC, vantaggio Gabart, vantaggio Joyon. Grande lavoro della TV francese in Guadalupe che inquadra le due barche su due piccoli schermi in parallelo.

Finchè si incontrano. Fianco a fianco, dopo 3500 miglia, vecchio e nuovo, passato e futuro, entrambi presente, si vedono e si riconoscono, sanno tutto l'uno dell'altro. Si vede Joyon manovrare, girare i winch, manovrare, scrutare il buio tra le luci di Point-a-Pitre e quelle di centinaia di barchini venuti all'arrivo, hanno sentito che stava per avvenire qualcosa da raccontare. Gabart è chiuso nel design della sua astronave ferita. L'impressione che il giovane sia scarico, abbia patito le avarie, la rimonta e si stia arrendendo, nella bonaccia che richiederebbe concentrazione cosmica, al fato, all'idea del sorpasso prima ancora della sua materializzazione.

E finisce così: con Francis Joyon che taglia la linea del traguardo alle quattro e ventuno, 7 giorni, 14 ore, 21 minuti e 47 secondi dalla partenza di St Malo, e sorride, alza le braccia al cielo. La Route du Rhum e l'oceano Atlantico hanno detto che si, il futuro arriverà, ma la storia la scriverà sempre e solo il mare.

APPROFONDIMENTI, INTERVISTE E GALLERY IN ARRIVO - SPECIALE RHUM SU SAILY TV - LE ULTIME DA ANDREA FANTINI E ENEL GREEN POWER

RIVEDI LA DIRETTA DELL'ARRIVO CHE ENTRA NELLA STORIA DELLA VELA

 

L'AGGIORNAMENTO I  DIRETTA DELLE 00:30 - Ore 24:00: bonaccia sottovento all'isola! A 28 miglia dalla linea del traguardo, Joyon-IDEC sono solo a 1,3 miglia da Gabart-Macif (rallentato da avarie), le due barche si vedono. Il clamoroso sorpasso è lo scenario. Gabart senza foil e timone, Joyon in trance agonistica. Dopo la punta sud torna il vento: chi lo prende prima? Un finale entusiasmante - VIDEO: LE VARIE FINESTRE DI DIRETTE DELLA TV FRANCESE DI GUADALUPA DA VEDERE QUI - La ripartenza di Alberto Fantini

 

IL MITICO GIRO DELL'ISOLA CHE RIMESCOLA LE CARTE: ECCO LE PRIME IMMAGINI. MACIF (IN AVARIA) NEI BUCHI DI VENTO. IDEC ARRIVA FINO A 2.5 MIGLIA DI DISTACCO, POI FINISCE A SUA VOLTA SENZ'ARIA. TRA POCO LA PUNTA SUD E POI FORSE TORNA VENTO: IL PRIMO A PRENDERLO VINCERA' QUESTA ROUTE DU RHUM DALLE EMOZIONI INFINITE?

LE PRIME DIRETTE DA GUADALUPE: IL RIASSUNTO DEL DUELLO GABART-JOYON E LE PREVISIONI SULL'ARRIVO (PROBABILE INTORNO ALLE 24 DI DOMENICA ORA EUROPEA)

Ore 21:45: a 29 miglia dalla linea del traguardo, Joyon-IDEC hanno solo 7,8 miglia di ritardo da Gabart-Macif (rallentato da avarie). Adesso un clamoroso sorpasso è una possibilità concreta. Gabart è in un buco d'aria, Joyon corre al triplo della velocità. Poi saranno entrambi sottovento all'isola. Un finale davvero incredibile ed entusiasmante - VIDEO: LE VARIE FINESTRE DI DIRETTE DELLA TV FRANCESE DI GUADALUPA DA VEDERE QUI - La ripartenza di Alberto Fantini

Macif, il trimarano di Francois Gabart, potrebbe avere una qualche avaria: difficile che sia al 100% delle sue potenzialità, stando ai numeri. Come spiegare che una barca del 2017 faccia tra i 3 e i 5 nodi di velocità meno del vecchio IDEC del 2006 (12 anni)? L'aliseo irregolare non basta a dare una risposta, perchè l'andazzo dura da quasi 20 ore. Gabart aveva quasi 200 miglia di vantaggio, e domenica mattina si erano ridotte a 15 e mezzo! Poi riaumentate a 37 per effetto di una strambata. Il dato di fatto è la velocità, anche in questo caso, la sola forza di volontà di Francis Joyon di spingere sull'acceleratore a tutta vela non spiega il gap. 

Gli osservatori, in assenza di comunicazioni radio (anche questo particolare indicativo: Gabart forse non vuole dare a Joyon un ulteriore vantaggio psicologico) si ipotizza un problema alla randa (già nelle tempeste iniziali Gabart aveva rotto delle stecche) che impedisce forse di issarla del tutto. I più tecnici notano come la media sia inferiore alle polari della barca (la potenziale velocità calcolata in funzione del vento e dell'angolo di navigazione) che confermerebbero come l'astronave di Gabart non è al massimo. E deve difendersi dal 62enne Joyon. Vecchio e nuovo della vela non sono poi così lontani al cospetto dell'oceano.

L'arrivo dei due trimarani Ultim è stimato per le 15:30 locali, le 20 italiane. Con un distacco minimo e molto oscillante, il giro di Guadalupa per arrivare a Point-a-Pitre si annuncia delicato. In quale ordine arriveranno Francois e Francis? Prevedibile una diretta streaming o facebook più tardi, che sarà visibile anche qui su Saily.

Nello stesso giorno il nostro Andrea Fantini (Enel Green Power) riparte con tanti Class 40. Li aspettano 3400 miglia di regata nella regata 

Possibile in una regata transatlantica avere nello stesso giorno un concorrente che taglia la linea d'arrivo ai Caraibi dopo la traversata atlantica, e una ventina d'altri concorrenti che ricominciano daccapo, con una partenza-bis dalla Bretagna, sette giorni (e tre tempeste) dopo lo start di St Malo? Avremmo detto di no e invece la realtà supera la fantasia ed ecco qui: domenica 11 novembre con Gabart mostruosamente all'arrivo con record, Joyon a 62 anni strepitosamente secondo e non così distante (chissà come finiva a barche invertite), Fantini e compagnia di Class 40 che ripartono da Lorient sempre con Destination Guadeloupe. Hanno meteo decisamente più clemente, e 5 giorni in più di tempo limite. Andrea Fantini festeggerà il suo compleanno in Atlantico, il prossimo 24 novembre.

Su Francois Gabart, 35 anni, superstar della vela oceanica, che fa sembrare facili e quasi banali cose fantascientifiche, torneremo per raccontare, in parole e immagini, anche video, l'ennesimo trionfo. Su Fantini - che dopo l'abbandono di Andrea Mura resta l'unico italiano in gara - è il caso di spendere due parole. 

Alla partenza da St Malo lo avevamo visto teso, nell'intervista che gli abbiamo fatto ci aveva parlato di sentimenti contrastanti. Sapeva cosa si stava preparando a livello meteo, e in cuor suo aveva già deciso il suo piano. La rotta di Enel Green Power è sembrata anticipare la scelta di fermarsi a Lorient e aspettare che passasero le buriane. Oggi Andrea si leva il cappello davanti all'impresa nautica di chi, nella sua stessa classe, ha affrontato le depressioni, uscendone bene e con prospettive di podio finale, o anche rompendo e quindi ritirandosi.

Non esiste una discussione sul "giusto o sbagliato" fermarsi o entrare nella tempesta. Tanto meno è una discussione che puo' essere proposta via social. Si deve stare lassù, si deve stare a bordo e vivere tutto il pacchetto. E' stato detto giustamente che mai come stavolta la scelta ha evidenziato alcune differenze nella flotta. Di esperienza dei navigatori (c'è chi ha decine di traversate atlantiche alle spalle, Andrea è alla sua prima in solitario), di età delle barche (ci sono tanti Class 40 nuovissimi, nuovi, recenti, Magalè è splendidamente datata), di mezzi a disposizione dei team (c'è chi sa di non avere limite all'acquisto di pezzi di ricambio, e chi questo limite ce l'ha). 

In definitiva Andrea Fantini ha detto a St Malo che la priorità era "Arrivare dall'altra parte", senza calcoli di classifica. Adesso ha la possibilità di attuare quel programma.

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