Le maggiori banche occidentali
che sono rimaste in Russia hanno pagato lo scorso anno più di
800 milioni di euro in tasse al Cremlino, una cifra quattro
volte superiore ai livelli pre-guerra. Lo riporta il Financial
Times sottolineando che le imposte pagate, pari allo 0,4% delle
entrate russe non legate all'energia per il 2024, sono un
esempio di come le aziende straniere che restano nel Paese
aiutano il Cremlino a mantenere la stabilità finanziaria
nonostante le sanzioni. Secondo quanto riportato dal quotidiano,
"le maggiori sette banche europee per asset in Russia -
Raiffeisen Bank International, Unicredit, Ing, Commerzbank,
Deutsche Bank, OTP e Intesa Sanpaolo - hanno riportato profitti
totali per oltre tre miliardi di euro nel 2023. Questi profitti
sono stati tre volte maggiori rispetto al 2021 e in parte
generati dai fondi che le banche non possono ritirare dal
Paese".
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