"In Serbia ci sono1200 aziende
italiane, l'interscambio è di 4 miliardi di euro, ci sono 5 mila
addetti serbi nelle nostro imprese. L'Italia è il secondo Paese
investitore e, dopo la Germania, il partner economico europeo
più importante della Serbia. Ma non basta guardare a questi
numeri, dobbiamo guardare i trend e avere una visione che tenga
contro delle priorità del governo serbo". Lo ha detto all'ANSA
l'ambasciatore d'Italia in Serbia, Luca Gori, a margine della
Conferenza sui Balcani occidentali in corso a Trieste, spiegando
che "dobbiamo intercettare questa nuova prospettiva, passando
dai settori tradizionali dove siamo fortissimi - il tessile,
l'automotiv, due importanti banche e il settore assicurativo -
ai nuovi settori prioritari per il governo serbo: oltre alle
infrastrutture, la transizione verde, la diversificazione
energetica, la digitalizzazione, un settore estremamente
importante per la Serbia, e l'agricoltura". "A questi settori
dedicheremo il Business Forum che si terrà il 21 marzo a
Belgrado" che "sarà il momento catalizzatore di questa nuova
strategia che vogliamo adottare, di questa nuova esigenza di
captare settori nuovi". L'ambasciatore ha ricordato anche la
Fiera internazionale dell'agricoltura di Novi Sad a maggio, dove
l'Italia sarà Paese partner. Questi "sono i due momenti in cui
cercheremo di dare una scherzata nei nostri rapporti economici
con la Serbia".
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