Percorso:ANSA > Mare > Ambiente e Pesca > Squali assassini: esperti, eventi molto rari

Squali assassini: esperti, eventi molto rari

Attacchi mortali sono una decina l'anno

17 agosto, 19:59
Squali assassini: esperti, eventi molto rari Squali assassini: esperti, eventi molto rari

 (ANSA) - ROMA, 17 AGO - Eventi "rari" che però "colpiscono sempre moltissimo l'attenzione pubblica per la loro tragicità", anche se "spesso non ci si rende conto che il più grosso predatore dei mari oggi è proprio l'uomo". Lo dice all'ANSA Massimiliano Rocco, responsabile del programma Specie di Wwf Italia, a proposito della morte di un turista inglese, alle Seychelles, dilaniato da uno squalo, secondo episodio nell'arcipelago dell'Oceano Indiano in due settimane.

Sono episodi rari, precisa Rocco, "per lo più legati allo squalo tigre o allo squalo bianco, soprattutto se pensiamo che gli attacchi mortali sono circa una decina l'anno, mentre l'uomo uccide ogni anno circa 100 milioni di squali per il consumo di carne o per il commercio delle pinne". Un evento ancora più raro, sottolinea, se si considera che "le coste normalmente più a rischio per incontri 'ravvicinati' di questo tipo sono in Australia, Sudafrica e Usa". Nelle Seychelles, come spiegato dalle autorità governative, prima di quest'estate l'ultimo attacco mortale si era verificato nel 1963.

La prima 'arma' per difendersi da incidenti potenzialmente drammatici - lo squalo resta un predatore - è in ogni caso la precauzione. Dunque prestare attenzione alle segnalazioni delle autorità locali ed essere cauti in zone dove con più probabilità possono trovarsi gli squali, come al di là delle barriere coralline. "Se ci si trova davanti a una specie piccola, come quelle delle barriere - prosegue Rocco -, lo squalo può essere spaventato e si ha il tempo di mettersi in salvo, ma gli attacchi delle specie più grosse, come lo squalo bianco, sono in genere fulminei e arrivano dal basso, quindi in questi casi bisogna davvero essere fortunati".

"Gli squali non sono inclini alla violenza nei confronti dell'uomo - dice all'ANSA Serena Maso, coordinatore nazionale di Shark Alliance -, spesso mordono a mò di 'assaggio' perché confondono in risalita le sagome che vedono sulla superficie del mare. La tavola dei surfisti viene ad esempio spesso confusa con una foca o una tartaruga".

"Più che della 'pericolosita'' delle coste - rimarca Serena Maso - dovremmo parlare di specie più o meno aggressive e tener presente che alcune sono fortemente migratorie. Dobbiamo invece ritenerci fortunati ad incontrare ancora degli squali - aggiunge -, dato il loro assoluto declino soprattutto nei mari europei". Da predatore lo squalo è diventato preda, evidenziano gli ambientalisti, e la Shark Alliance ha per questo avviato una petizione presso tutti i ministri europei della Pesca per aprire un dibattito sulla protezione degli squali in Europa, con decine di iniziative lanciate anche via social network in vista della prossima Settimana europea dello squalo (15-23 ottobre). (ANSA).

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA