Il 16 maggio potrebbe essere la prima data utile per iniziare il negoziato tra Consiglio Ue e Europarlamento sul regolamento sugli stoccaggi del gas, presentato dalla Commissione europea il 23 marzo. Lo dice all’Ansa Paolo Borchia, eurodeputato della Lega che fa parte del team che la commissione Industria dell’Eurocamera ha nominato per finalizzare in tempi brevi il dossier con le misure per assicurare depositi nazionali di gas pieni prima dell’autunno.
Tre le misure principali proposte dalla Commissione europea: obbligo di riempimento degli stoccaggi all’80% entro autunno 2022 e al 90% dall’autunno 2023; incentivi per gestori e fornitori; certificazione obbligatoria per gli operatori degli impianti per evitare influenze esterne, leggi Gazprom. "Per noi di ID (il Gruppo politico di cui fa parte la Lega, ndr) l’importante è che non si crei uno strumento troppo rigido, per esempio con limiti di stoccaggio troppo alti, oppure che finisca per avere un effetto indesiderato sui prezzi", racconta Borchia.
Altra proposta è di “dare incentivi per gli operatori, fino a offrire prezzi negativi in fase d’asta, un meccanismo complesso ma che costituirebbe un vero stimolo al riempimento dei depositi”. D’altro canto, sottolinea Borchia, c’è la consapevolezza di tutti i Gruppi politici “che si deve andare spediti anche perché nelle prossime settimane la fase dei riempimenti entra nel vivo”. Sul tema certificazioni, nell’Europarlamento “si sta lavorando a livello tecnico in relazione alle strutture di stoccaggio in paesi non Ue, come Ucraina e Paesi balcanici della Energy Community – spiega Borchia – questo per evitare l’utilizzo dei depositi da parte di Gazprom”.
“Non sarà facile scindere l’aspetto politico dalla fattibilità tecnica – è l'analisi di Borchia – si devono calibrare bene gli interventi per colpire chi va colpito, facendo attenzione all’impatto sulla nostra economia”. Le piattaforme per gli acquisti volontari di gas, proposta dalla Commissione europea e avallata dai leader Ue, non fa parte del regolmento in discussione. “Sono schemi molto complicati da far funzionare da un punto di vista pratico, ma se si tratta di formalizzare uno strumento in più per uscire dalla crisi noi ci siamo”, indica Borchia.
Nel suo discorso a Strasburgo la settimana scorsa il presidente del Consiglio Mario Draghi ha rilanciato l’idea del tetto ai prezzi del gas russo. “Nell’Europarlamento le sensibilità sul tema sono ancora molto diverse – dice Borchia – sarà difficile fare una sintesi”. In generale, “guardando ad alcuni dossier a me piacerebbe ridurre le distanze tra le posizioni dell’Europarlamento e quelle del Consiglio, è in Consiglio che si fa un bagno di realtà di cui a volte gli eurodeputati non sono capaci”.
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