BRUXELLES - Arriva il parere della Banca centrale europea sulla riforma del Patto di Stabilità e crescita. E al 'fate presto' aggiunge nuova urgenza: la proposta va bene, ma un accordo va raggiunto "non appena possibile" e al più tardi entro la fine del 2023, perché con un nulla di fatto si rischia "incertezza". L'intesa "sarebbe fondamentale per ancorare le aspettative per la sostenibilità del debito". In altre parole, iniziare il 2024 senza un accordo sul nuovo Patto non è un'opzione indolore, come ormai da tempo noto in tutte le cancellerie europee. Per l'istituto centrale, poi, è "cruciale" che "gli aggiustamenti di bilancio non arrechino danni agli investimenti". E la Bce "raccomanda" che nelle regole sui conti virtuosi dell'Ue ci siano anche "ulteriori salvaguardie per garantire un aumento negli investimenti per le priorità critiche della politica, come la transizione verde e digitale". E' un assist alla posizione espressa per l'Italia dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, con la richiesta di una golden rule temporanea in modo che nella regola sulla spesa si tenga conto degli investimenti prioritari nell'Ue, in particolare nella transizione ambientale, energetica e digitale. Dopo un primo giro di tavolo al Consiglio dei ministri dell'Economia in giugno, il confronto sulla riforma delle regole economiche europee entrerà secondo le attese nel vivo all'Ecofin informale di Santiago di Compostela a metà settembre, con l'obiettivo di tirare le somme al successivo Consiglio di ottobre (permetterebbe di raggiungere un ulteriore traguardo nella trattativa inter-istituzionale per fine anno). La proposta della Commissione ruota attorno a dei piani o traiettorie sulla spesa pubblica nel medio termine da concordare tra gli Stati e l'esecutivo europeo, purché portino a una riduzione sostenibile del debito. La polarizzazione al momento è tra Germania, capofila dei frugali, che chiede un calo prefissato annuo per deficit (0,5%) e debito (1%) in eccesso, e si contrappone alla Francia, contraria a regole automatiche e uniformi che già hanno fallito. La Bce appoggia l'idea di salvaguardie per garantire la riduzione di debito e disavanzo. Ma afferma solamente di accogliere "con favore" proposte di "aggiustamento minimo" negli anni in cui viene sfondato il tetto del 3% del deficit. Per il resto Francoforte chiede che le nuove regole sulle spesa abbiano più dettagli, prudenza nell'allungamento dei tempi dei piani nazionali, e una metodologia chiara e trasparente, anche di valutazione: "Si dovrebbe garantire che tali impegni portino a un rafforzamento della crescita potenziale e quindi della sostenibilità del debito".
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