BRUXELLES - "Olanda e Francia hanno chiesto che parti delle informazioni della loro offerta" riguardanti rispettivamente l'Agenzia europea del farmaco (Ema) e l'Autorità bancaria europea (Eba) "fossero trattate in modo confidenziale", quindi coperte da segreto verso gli altri Stati membri: "abbiamo accettato queste richieste" come previsto dalle regole "chiare" e "decise di comune accordo". Così Alexander Winterstein, portavoce della Commissione europea.
Nella nota di accompagnamento alla valutazione delle offerte della Commissione Ue, del 30 settembre, era stata segnalata la richiesta di Olanda e Francia di 'segretare' parte delle informazioni. Ma quando il 20 novembre i Paesi hanno votato per l'assegnazione di Ema e Eba - viene fatto notare - nessuno ha chiesto di rimuovere il carattere di confidenzialità. Secondo fonti diplomatiche olandesi, le informazioni coperte da segreto riguardano due edifici presi in considerazione per la sistemazione temporanea dell'Ema ad Amsterdam. Due ipotesi che sarebbero state poi accantonate a favore di una terza opzione, quella dello Spark building.
Altri 13 Stati membri, tra questi anche l'Italia, avevano invece chiesto di eliminare alcuni dettagli dai loro dossier diffusi al pubblico. Tuttavia - si precisa - tutte le informazioni erano note alle delegazioni degli altri Paesi al momento della decisione per l'assegnazione delle due agenzie. Sia Ema che Eba erano state assegnate con un'estrazione a sorte. Per l'Agenzia europea del farmaco erano arrivate al ballottaggio Amsterdam e Milano, mentre per l'Autorità bancaria europea, Parigi e Dublino. La dea bendata aveva sorriso ad Amsterdam e Parigi.
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