L'incontro fa seguito al primo, tenutosi a Sofia a febbraio, con l'intenzione di presentare un piano d'azione con una serie di progetti infrastrutturali concreti. Del gruppo fanno parte, oltre alla Croazia, Italia, Austria, Bulgaria, Grecia, Ungheria, Romania, Slovenia e Slovacchia. L'obiettivo è che ciascuno stato abbia accesso ad almeno tre diverse fonti di gas. In questi mesi si sono tenute diverse riunioni di ogni sottogruppo regionale per analizzare interconnessioni, infrastrutture e possibilità di intervento. A entrare in gioco nel contesto è anche il nuovo progetto di gasdotto russo con la Turchia, il Turkish Stream, e le sue implicazioni per la regione. La Commissione Ue, che ha sottolineato di non avere ricevuto ancora nessuna comunicazione ufficiale sulla nuova 'pipeline' che sostituisce South Stream, ha ribadito l'importanza che anche questa "rispetti le regole Ue in materia di energia". South Stream era stato bloccato da Bruxelles proprio per una disputa sul mancato rispetto della legislazione europea sul Terzo pacchetto energia, in seguito a cui Mosca ha deciso di cancellarlo.
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