BRUXELLES - Una raffica di nuove sanzioni prese a livello bilaterale da una nutrita pattuglia di Paesi Ue nei confronti di Mosca per rispondere alla sfida lanciata con l'attentato al gas nervino contro l'ex spia russa avvenuto a Salisbury: è quanto ci si aspetta che accada a partire da oggi in Europa. Soprattutto è quanto si aspetta il presidente statunitense Donald Trump. Il quale ha detto di essere pronto ad adottare a sua volta provvedimenti contro la Russia, mostrando così il suo sostegno alla causa portata avanti da Londra, se gli alleati europei faranno altrettanto. E questo nonostante la linea diretta che il presidente Usa ha con il suo collega Vladimir Putin, al quale, a differenza di altri leader occidentali, ha fatto le sue più sentite congratulazioni per la rielezione.
Dopo la decisione collegiale - e senza precedenti - presa dai leader Ue di richiamare per consultazioni l'ambasciatore dell'Unione in Russia, il tedesco Markus Ederer, i riflettori sono quindi puntati sulle singole capitali europee. A richiamare i propri ambasciatori per consultazioni o ad espellere diplomatici russi sospettati di agire sotto copertura per i servizi segreti potrebbero essere una decina di Paesi, a partire dalla Francia, che agirà sicuramente in stretta concertazione con la Germania. Ad unirsi a eventuali mosse di Parigi e di Berlino sono pronti anche nemici 'storici' dei russi come i tre Paesi baltici (Lettonia, Estonia e Lituania) e la Polonia. Ma anche l'Irlanda, la Danimarca, la Svezia, la Repubblica Ceca e l'Ungheria di Viktor Orban.
Su posizioni più caute sono l'Italia, l'Austria, il Belgio, l'Olanda, la Grecia e Cipro, preoccupati dalle conseguenze negative di un'ulteriore peggioramento delle relazioni con Mosca. Nei cui confronti sono sempre in vigore le sanzioni economiche adottate per l'annessione della Crimea. Misure che danneggiano in particolare l'export italiano e su cui le forze politiche uscite vincitrici dalle elezioni del 4 marzo potrebbero assumere un atteggiamento ancora più critico. Intanto Mosca continua ad accusare Londra di fomentare artificiosamente la protesta dei partner europei. Ma al di là dello scambio di accuse tra Russia e Gran Bretagna, è sotto gli occhi di tutti come, grazie al caso dell'ex spia Serghei Skripal, Theresa May, sempre più in difficoltà sul fronte Brexit, sia riuscita a disinnescare momentaneamente l'opposizione interna e a riconquistare il sostegno dei partner Ue.
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