BRUXELLES - Una politica di coesione "solida e flessibile" per il periodo successivo al 2027, quando si concluderà l'attuale quadro finanziario. I ministri responsabili della politica di coesione di Bulgaria, Croazia, Estonia, Repubblica ceca, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Slovacchia e Slovenia hanno adottato ieri a Praga una dichiarazione congiunta per sostenere un "approccio regionale" alla futura politica di coesione che rifletta "le specificità e le differenze dei territori". La dichiarazione è stata siglata durante una riunione informale dei ministri della coesione del gruppo Visegrad (Repubblica ceca, Ungheria, Polonia e Slovacchia) in formato 'allargato' con altri sette Stati membri dell'Ue (Romania, Bulgaria, Slovenia, Croazia e Stati baltici). Alla riunione - organizzata su iniziativa del vice primo ministro ceco Ivan Bartós - ha preso parte anche la commissaria europea per la Coesione, Elisa Ferreira, che in un post su X ha sottolineato la "buona convergenza tra i ministri di 11 paesi del gruppo allargato di Visegrád sulla necessità di mantenere la politica di coesione al centro dell'agenda strategica europea. L'approccio territoriale della coesione è fondamentale per l'Ue per affrontare le sfide strutturali ed emergenti", ha concluso la commissaria.
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