(ANSA) - ROMA - "Il 2018 è stato un anno molto positivo per l'export degli spirits made in Italy, con una crescita del 7% delle vendite sui mercati esteri, e un ritorno in auge dei prodotti storici nei mercati Usa. I nostri distillati, amari e liquori hanno una connotazione particolarmente positiva tra i consumatori americani, perché associati a un bere alcolico moderato". Lo ha detto Micaela Pallini, presidente Gruppo Spiriti di Federvini, all'Assemblea annuale della Federazione italiana Industriali produttori, esportatori ed importatori di vini, acquaviti, liquori, sciroppi, aceti e affini.
Tuttavia, ha aggiunto lady Mistrà, sul comparto "pesa una grande incognita, dopo l'interrogazione Usa all'Organizzazione mondiale del commercio (Wto) che ipotizza aiuti di stato Ue ai vini, spiriti e estratti di frutta. La loro richiesta è stata accettata ed il primo luglio - ha precisato Pallini - dovremmo conoscere l'esito della querelle. Anche Brexit preoccupa gli operatori, perché il Regno Unito è il nostro terzo mercato, ed è importantissimo sia per l'export che per l'import".
Secondo il nuovo Osservatorio Wine&Spirits di Federvini, elaborato da Nomisma Wine Monitor e Mediobanca, tra i top exporter di spirits l'Italia si posiziona in ottava posizione, con un valore dell'export di 970 milioni di euro nel 2018.
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