Sul grano "siamo fortemente convinti che mettere l'origine dei prodotti in etichetta è importante per orientare il consumatore ma non risolve il problema di un Paese che per produrre la rinomata pasta made in Italy ha necessità di importare almeno il 30% del grano. Siamo però al contempo convinti che le imprese cerealicole, anche quelle volte al recupero dei grani antichi, vadano sostenute con strumenti per resistere alle speculazioni, e con l'eliminazione dei freni alla creazione di nuovi siti di stoccaggio, un divieto assurdo presente in molti Programma di sviluppo rurale (Psr)". Lo ha detto il coordinatore di Agrinsieme Giorgio Mercuri, in occasione della presentazione del "Manifesto" dell'aggregazione che annovera le adesioni dell'Alleanza Cooperative Agroalimentari, di Cia, Confagricoltura e Copagri. "Per creare grani di qualità - ha aggiunto Mercuri - dobbiamo lavorare dalla semina alla raccolta ma poi serve uno stoccaggio.
A testimonianza della necessita' della revisione della strategia del sistema-Paese che deve ripartire dal settore cerealicolo che finora non ha avuto adeguata attenzione". Per lo sviluppo e il mantenimento sul territorio italiano della produzione della pasta, ha concluso il coordinatore di Agrinsieme, "siamo convinti che serva un giusto rapporto tra produzione e industria, e lo abbiamo dimostrato con i contratti di filiera che da locali possono diventare un modello nazionale, e che questa unicità italiana non possa essere lasciata alla deriva".