(ANSA) - Con una speranza di vita alla nascita di 83 anni, gli italiani sono al secondo posto tra i più longevi dell'Unione europea dietro agli spagnoli e con due anni di vita in più rispetto alla media degli europei. Un buon risultato ma migliorabile, visto che circa un terzo dei decessi avvenuti nel nostro Paese, percentuale di gran lunga inferiore alla media dell'Ue, è legato fattori di rischio evitabili: alimentazione, tabacco, alcool e sedentarietà. A metterlo in luce è il rapporto "State of health in the Eu" della Commissione europea e dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Oecd). Il rapporto scatta una fotografia dello Stato di salute degli italiani e del nostro sistema sanitario e sottolinea come in Italia il tabacco continui a rappresentare uno dei principali problemi di salute pubblica, con il 25% degli uomini che fuma quotidianamente. L'obesità tra gli adulti ha registrato un aumento negli ultimi 15 anni, passando dal 9% del 2003 all'11% del 2017. Il consumo di alcolici è diminuito di circa il 20% dal 2000, ed è attualmente tra i più bassi dell'Ue, ma un terzo degli adolescenti italiani non rinuncia al "binge drinking".
L'Italia, inoltre, ricorda il report, registra il maggior numero di decessi per infezioni resistenti agli antibiotici nell'UE, con un tasso di mortalità stimato di 18,2 abitanti su 100.000.
Tra i problemi del sistema sanitario, "la digitalizzazione che procede a ritmi diversi a seconda delle regioni". A dimostrarlo è il fatto che nel 2019 in 7 regioni nessun medico si è mai avvalso delle cartelle cliniche elettroniche, mentre in 8 regioni le hanno utilizzate oltre l'80% dei medici.