- Che venga chiamato pane per legge anche quello senza glutine, perché i celiaci vogliono sentirsi come tutti gli altri. A chiederlo è l'Associazione italiana celiachia (Aic), in un'audizione oggi in Commissione Agricoltura alla Camera sulla proposta di legge dell'onorevole Giuseppe Romanini (Pd), che punta a fare chiarezza sulla produzione e vendita del pane. ''Vorremmo che in questa proposta - dice all'ANSA Susanna Neuhold, responsabile dell'area Food dell'Aic - venisse inserita la disposizione contenuta già in una circolare ministeriale, ossia che i termini pane, pasta, panettone, colomba, i dolci delle ricorrenze, possano continuare a riportare questa denominazione anche quando vengono prodotti con farine senza glutine e quindi senza la farina di frumento; si tratta di una deroga per rendere accessibile la quotidianità per le persone che soffrono di questa patologia cronica''.
A oggi i celiaci diagnosticati in Italia sono 200 mila, fa sapere l'Associazione, ma ce ne dovrebbero essere almeno altri 400 mila, perché l'incidenza di questa patologia è di 1 a 100.
''Purtroppo - ammette Neuhold - c'è anche la moda degli alimenti senza glutine che danneggia e svilisce chi invece veramente soffre di questa patologia; tra l'altro mettersi a dieta prima della diagnosi rischia di non far emergere questa patologia cronica''.
La richiesta dell'Associazione è stata accolta favorevolmente dall'onorevole Romanini che si propone di fare a breve tutte le verifiche tecniche del caso.