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Vegan o carnivori? Meglio seguire dieta antenati

Secondo studio Cornell University di New York

Redazione ANSA ROMA

ROMA - Prima di riempire il carrello della spesa, bisognerebbe guardare alla dieta dei nostri antenati.

"Chi discende da onnivori, come quasi tutto il mondo occidentale, ha una maggiore probabilità di essere portatore di geni che richiedono un consumo di carne e di pesce per stare in salute". Lo ha detto Tom Brenna, nutrizionista della Cornell University di New York presentando, durante un simposio internazionale su "Il ruolo della carne nell'alimentazione umana", illustrando uno studio da lui coordinato, pubblicato sulla rivista scientifica "Molecular Biology and Evolution", che ha analizzato il database mondiale (1000 Genomes Project) per confrontare i profili genetici di popolazioni tradizionalmente vegetariane con quelle onnivore.

"Coloro che discendono da onnivori - ha precisato il ricercatore Usa - hanno maggiore probabilità di essere portatori di geni che richiedono un consumo di carne e pesce per stare in salute e per questo la loro dieta richiede l'apporto di questi alimenti. Tutta la popolazione mondiale discende da uno dei tre genotipi e chi ha avuto antenati che mangiavano prevalentemente vegetali deve essere più cauto nel scegliere diete estreme come quella vegan perché è un convertitore veloce di stati infiammatori. I neonati sono onnivori obbligati perché va riconosciuto che il latte è una proteina animale, carne liquida".

In generale, ha detto Brenna, "i regimi alimentari vegan hanno bisogno di fortificazione di nutrienti. In tutte le loro forme, le fonti proteiche animali offrono un bilancio ottimale di aminoacidi per la crescita, ferro biodisponibile, zinco, vitamina B12 e un appropriato apporto di grassi. Si tratta di nutrienti estremamente importanti - ha concluso - per la crescita, lo sviluppo del cervello e la riparazione dei tessuti, oltre che per il mantenimento della funzione metabolica dell'invecchiamento. Auspico che in futuro nei ristoranti si possa fare il controllo genetico prima di proporci un menu ad hoc. Nel frattempo - ha concluso - mangiamo cibo industriale del XXI secolo valorizzando la dieta tradizionalmente scelta dai nostri antenati".

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