KUALA LUMPUR (MALESIA) - ''E' mia responsabilità raccontare la verità sull'olio di palma per far capire la reale situazione in modo da contrastare la cattiva informazione promossa dalla politica degli oli vegetali''. A parlare è il Ministro per l'Industria delle Piantagioni malesiano, Douglas Uggah Embas, che per contrastare la campagna denigratoria contro l'olio vegetale più usato al mondo, accusato di essere nemico dell'ambiente e della salute, sta lanciando il brand 'olio di palma malese' legato alla produzione sostenibile.
La campagna negativa, secondo le istituzioni malesi, sarebbe nata negli anni '80 negli Stati Uniti, paese grande produttore di soia e girasole, per poi contaminare Francia e Belgio, a loro volta produttori di colza, fino a contagiare poco più di un anno fa l'Italia. Una grande guerra commerciale che sarebbe stata fomentata per proteggere le industrie di altri oli vegetali, visto l'ottimo rapporto produzione-reddito del 'Palm oil'. ''Abbiamo un ente di promozione che sta lavorando proprio per dare le informazioni corrette su questo prodotto - spiega il ministro - siamo un Paese che sta crescendo e che ha fatto della sostenibilità una delle sue politiche centrali''. Si tratta di un valore aggiunto che la Malesia vuole far conoscere. ''In Europa - fa sapere il ministro - abbiamo iniziato a lanciare il brand 'olio di palma malese' legato alla produzione sostenibile.
Non abbiamo ancora creato un vero e proprio marchio, né un'etichetta ma usiamo questo come slogan nella nostra campagna di sensibilizzazione dell'olio malese''. Una guerra commerciale che si sta spostando anche sui prezzi, alla luce di un mercato che chiede olio di palma al prezzo più basso. ''Il nostro olio è più caro rispetto a quello dell'Indonesia e di altri produttori di circa l'1-2% - conclude il ministro - per questa ragione ci stiamo focalizzando sulla comunicazione e sul brand dell'olio di palma prodotto in Malesia che adotta un metodo di produzione sostenibile, carta vincente del prossimo futuro''.