NAPOLI - Uno dei più grandi ed efficaci antidepressivi della storia dell'umanità si trova a Napoli, nel cuore del Centro Storico tutelato dall'Unesco come Patrimonio dell'Umanità: è la Pignasecca, leggendaria strada popolana a ridosso di via Toledo, affollata di vita e colori, pasticcerie, pizzerie, trattorie, friggitorie, antiche "tripperie", negozi, botteghe e bancarelle "dove - si affrettano a spiegarti - trovi di tutto, dall'ago alla portaerei". E se quello che cerchi non c'è in quel momento, non è un problema perché, chiunque sia l'interlocutore e qualunque sia l'oggetto, c'é sempre qualcuno pronto a "procurarvelo".
In questa strada senza fretta e senza tempo, dove profumi, colori, suggestioni, creatività, luoghi comuni e tradizione si concentrano creando un vero e proprio "luogo dell'anima", Mimmo Gagliotta ha "allungato" la "giornata" della storica pescheria di famiglia. Così la sera, quando finisce la vendita di spigole e orate, cozze e tonnetti, "cocci" e "pezzogne" da sogno, comincia la festa della cucina, protagonista il figlio Ciro insieme al pesce che era stato posto in vendita durante il giorno. I tavoli rotondi di alluminio, alti e a volte traballanti per la pavimentazione sconnessa, sono sistemati sul marciapiede e in mezzo alla strada, con la luce dei lampioni e il fascino dei palazzi che sono lì attaccati, con panni stesi e vasi di fiori e basilico, che fanno tanto commedia di Eduardo.
I piatti sono quelli della grande tradizione napoletana: spaghetti, paccheri, calamarata e linguine con pesce e frutti di mare, cozze, vongole, "lupini", e qualche volta anche con astice e aragosta. E poi fritture, di tutti i tipi, a cominciare dalle alici e dai calamari. E da qualche tempo anche una novità assoluta: spaghetti "a vongole" con "taralli 'nzogna e pepe" sbriciolati con nella padella con le vongole e nel piatto sopra gli spaghetti. Pochi, pochissimi i turisti; tanti, tantissimi i napoletani veraci, studenti e clienti della pescheria per una festa che ogni sera ricorda al mondo che buon cibo, compagnia e voglia di vivere sono "meglio del Prozac".