(ANSA) - ROMA, 28 LUG - Un nuovo metodo può aiutare a
determinare se una persona ha l'Alzheimer o un'altra forma di
demenza che presenta sintomi simili. Secondo uno studio
preliminare su Neurology, rivista medica dell'Accademia
Americana di Neurologia, una tecnica non invasiva di
stimolazione elettromagnetica del tessuto cerebrale può essere
valida alternativa alla PET (Tomoscintigrafia ad Emissione di
Positroni) o al prelievo di fluido spinale oggi utilizzati.
La demenza frontotemporale costituisce il 10-15% dei casi di
demenza. Caratterizzata da gravi cambiamenti di comportamento e
linguistici, è spesso inizialmente confusa con disturbi
psichiatrici, Alzheimer o Parkinson. "La demenza frontotemporale
non può essere curata, ma può essere gestita, soprattutto se
viene presa in anticipo. La diagnosi corretta però può essere
difficile", commenta l'autrice dello studio Barbara Borroni,
dell'Università di Brescia.
"I metodi attuali sono costose scansioni cerebrali o punture
lombari che prevedono l'inserimento di un ago nella colonna
vertebrale. E' emozionante pensare di essere in grado di
effettuare la diagnosi in modo rapido e semplice con questa
procedura non invasiva".
La tecnica chiamata stimolazione magnetica transcranica
(TMS), è costituita da una bobina elettromagnetica che viene
posta sul cranio per creare impulsi elettrici che stimolano le
cellule nervose e attraverso cui si valuta la capacità di
condurre segnali elettrici tra i vari circuiti nel cervello.
I ricercatori hanno esaminato 79 persone con probabile
malattia di Alzheimer, 61 persone con probabile demenza
frontotemporale e 32 persone della stessa età che non avevano
segno di demenza. La demenza frontotemporale è stata distinta
dalla malattia di Alzheimer con un'accuratezza del 90%, la
malattia di Alzheimer da un cervello sano con 87% di precisione
e la demenza frontotemporale da un cervello sano con
un'accuratezza dell'86%. I risultati sono stati confrontati con
PET o liquido spinale. (ANSA).