ROMA - Il passato e il futuro si incontrano per raccontare l'evoluzione tecnologica dei tempi che verranno. Con 'Ritorno al futuro' non si vuole parlare, in questo caso, della celebre saga diretta dal regista Robert Zemeckis nella quale l'impavido Marty Mcfly, alias Michael J Fox, riesce a catapultarsi in realtà sconosciute del passato più lontano e del futuro a lui prossimo, grazie alla mitica Delorean, la macchina del tempo messa a punto dallo scienziato 'pazzo' Doc. Stavolta il titolo della trilogia cinematografica passa per la 'filosofia' di un marchio blasonato come Mercedes che se ne impossessa per raccontare, prendendo spunto dalla sua storia passata e dai suoi progetti futuri, tutta l'innovazione legata alla mobilità. In un viaggio 'parallelo' lungo la dorsale appenninica dell'autostrada A1 tra Firenze e Bologna, la casa della Stella ha voluto mettere a confronto le vetture, i van e i truck che hanno fatto la storia del brand di Stoccarda fino ad oggi. Obiettivo? Riuscire a sintetizzare in un test drive le reali differenze delle esperienze di guida tenendo conto dei profondi cambiamenti e delle sfide con cui la mobilità del nostro Paese si sta confrontando negli ultimi anni.
E non è un caso se la prova su strada è stata condotta su due direttrici differenti dove passato e presente si fondono. Da una parte la cosiddetta 'panoramica', che collega appunto il capoluogo toscano con la città emiliana, dall'altra la nuovissima 'variante di valico', arteria inaugurata poco meno di un anno fa, cinquantanove chilometri che si snodano in un dedalo di 41 gallerie e che ha permesso di ridurre il tasso di incidentalità su quel tratto di circa il 26%. Due modi differenti di spostarsi: quello tradizionale, privilegiando il piacere dei curvoni e delle pendenze riscoprendo i paesaggi mozzafiato dell'Appennino, godendosi il viaggio piuttosto che pensare alla meta (parafrasando Terzani 'il fine del viaggiare è il viaggiare stesso e non l'arrivare'); dall'altro la possibilità di intraprendere una strada più veloce scegliendo la comodità e la praticità, condizioni fondamentali per chi si sposta per lavoro (ad utilizzarla infatti è il 95% dei veicoli pesanti in transito tra Firenze e Bologna). Protagonisti di questa 'drive experience' gli ambasciatori di innovazione della Stella: dall'Actros 1848 LS, all'intera gamma Vans Euro 6, passando per la nuova Classe E e la smart Brabus, affiancate da modelli intramontabili che hanno scritto la storia del brand, quali il Truck LP 1620 del 1964, il Van L 319 box wagon del 1965, la 280 SE Coupè del 1968, la 190 E del 1983, la 200 E del 1984, e la smart prima generazione del 1998. ''Il futuro è più vicino di quanto immaginiamo - ha spiegato Eugenio Blasetti, press relations manager di Mercedes Benz Italia - Agli ultimi saloni di Hannover e Parigi abbiamo visto qual è la strada tracciata per la mobilità. Sicuramente l'elettrico sarà una componente importante a livello globale ma non per questo Mercedes abbandonerà i motori endotermici. In futuro riusciremo a realizzare diesel ancora più efficienti e parsimoniosi, tutto a vantaggio dei clienti''. Il futuro, quindi, è elettrico ma non solo. Per sintetizzare in un'unica parola cosa accadrà da qui a pochi anni la casa di Stoccarda ha scelto l'acronimo 'Case' che sta ad indicare auto sempre connesse (anche tra loro), autonome, condivise ed appunto elettrificate, come la EQ presentata a Parigi e che - come annunciato dal board del management tedesco - presto diventerà un brand per identificare la mobilità a zero emissioni.