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Fca: martedì il cda Renault per risposta alla fusione

Parigi promuove il progetto: 'Reale opportunità ma vigileremo'

di Paolo Levi PARIGI

Dai due lati delle Alpi comincia il conto alla rovescia per quello che potrebbe passare alla storia come uno dei più importanti matrimoni franco-italiani dai tempi di Maria de' Medici ed Enrico IV. E' stato fissato per martedì prossimo il consiglio d'amministrazione di Renault chiamato a rispondere alla proposta di fusione formulata da Fiat-Chrysler (Fca) e preparare l'apertura di negoziati esclusivi con il gruppo italo-americano. Questa mattina, Bruno Le Maire, ha replicato con forza a tutti coloro che in questi ultimi giorni, soprattutto in Francia, si sono mostrati perplessi rispetto all'opportunità di una tale unione. Intervistato dall'agenzia France Presse, l'attuale ministro dell'Economia e fedelissimo del presidente Emmanuel Macron è tornato a promuovere con forza il progetto. Per lui non ci sono dubbi.

Si tratta di una "reale opportunità per Renault e l'industria automobilistica francese", ha dichiarato, puntualizzando tuttavia che saranno necessarie tutte le garanzie del caso. Lo Stato francese, che è il primo azionista di Renault con il 15% del capitale, "vigilerà sul rigoroso rispetto delle quattro condizioni" fissate da Parigi per condurre in porto l'unione con Fca: "Rispetto dell'alleanza Renault-Nissan, tutela dei posti di lavoro e degli stabilimenti industriali, governance equilibrata e partecipazione del futuro gruppo al progetto europeo sulle batterie elettriche". "Questo progetto - ha assicurato il titolare di Bercy - permette, in particolare, di fronteggiare le notevoli sfide tecnologiche a cui viene confrontato il comparto automobilistico: l'auto elettrica, il veicolo autonomo, il veicolo connesso".

Soprattutto, consentirà a suo avviso di dispiegare "le necessarie sinergie per investire in queste tecnologie".Lunedì scorso, Fca ha proposto all'omologo francese una "fusione tra eguali", 50-50. Con l'obiettivo di formare il terzo gruppo mondiale dell'auto in grado di tener testa alla concorrenza internazionale. Un grande progetto industriale, accolto con entusiasmo dai mercati e dallo Stato francese, anche se negli ultimi giorni non sono mancati rilievi critici e perplessità, soprattutto tra esperti e commentatori. A Parigi, alcuni ritengono che l'operazione vada soprattutto a vantaggio di Fiat-Chrysler, che potrà cosi' beneficiare del know-how maturato da Renault nel settore dell'auto elettrica, ad un costo che ritengono insufficiente. Ma non è tutto. Vista da alcuni analisti Parigi la possibile fusione tra Fca e Renault potrebbe "creare problemi sulla governance" come è successo "con Essilor-Luxottica", sostiene il responsabile della ricerca di BinckBank Nicolas Chéron, che ha annunciato l'intenzione di vendere il titolo di Renault. Da Fca hanno fatto sapere che l'offerta è questa e non cambia, "prendere o lasciare".

La palla passa dunque al gruppo di Boulogne-Billancourt che ha dunque convocato un nuovo cda per martedì prossimo. La fusione vedrebbe nascere un colosso globale dell'auto, forte di una produzione annuale di 8,7 milioni di veicoli, con un valore borsistico di 30 miliardi di euro, quotato alle borse di Parigi, New York e Milano. La presidenza andrebbe a John Elkann, mentre Jean-Dominique Senard, l'attuale n.1 di Renault in questi giorni in Giappone per rassicurare i partner di Nissan, il capo esecutivo. Dinanzi alla preoccupazione espressa nei giorni scorsi da alcuni sindacati, come la Cgt, Fca ha garantito che la fusione non comporterà tagli o chiusure di stabilimenti.

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