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Renault a COP21, sviluppo elettrico dipende dai Governi

Renault-Nissan già investito oltre 4 mld dlr per 6 nuovi veicoli

Redazione ANSA
(di Alessandro Vai) PARIGI - "Lo sviluppo della mobilità elettrica non passa solo dalla creazione di nuovi modelli, ma da quanto i governi vogliono sostenerla" è questo l'aspetto che Eric Feunteun, Responsabile Veicoli Elettrici Renault, ritiene più importante rispetto al futuro della mobilità elettrica di cui ha parlato durante una tavola rotonda con la stampa internazionale, in occasione della COP21, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si sta svolgendo a Parigi. L'Alleanza Renault-Nissan finora ha investito più di 4 miliardi di dollari nella produzione di sei veicoli elettrici (quattro Renault e due Nissan), vendendone circa 280.000; la priorità dell'Allenza per il futuro è quella di espandersi fuori dall'Europa.

- IL RUOLO DEI GOVERNI - "In Europa abbiamo nazioni, come la Norvegia, dove una nuova auto su due è elettrica e altre dove il mercato è così piccolo che quasi non esiste - ha spiegato Feunteun - ma la mobilità elettrica va considerata come un ecosistema, che necessita di sei fattori per crescere, tutti di uguale importanza: le automobili, le stazioni di ricarica privata, le stazioni di ricarica pubblica, gli incentivi, le agevolazioni su parcheggio e circolazione, il buon esempio delle istituzioni e delle grandi aziende". Secondo Feunteun, infatti, in Italia il mercato elettrico non decolla perché, non viene spinto sufficientemente dal Governo. - AUTONOMIA E STAZIONI DI RICARICA - "Il tema dell'autonomia è fondamentale per la mobilità elettrica - ha aggiunto, Philippe Schulz Responsabile Strategia e Sviluppo Veicoli Elettrici Renault, durante la stessa tavola rotonda - ci sono due modi per aumentarla, avere batterie con più capacità, che arriveranno entro il 2020 con prestazioni doppie rispetto a quelle attuali, oppure una rete di ricarica più capillare".

Cinque anni fa in Francia non c'erano stazioni di ricarica, oggi ce ne sono 10.000 di cui 270 a ricarica rapida e più di 4.000 a Parigi. "Aumentare il loro numero non è un problema tecnico, ma solamente di volontà e di costi - ha detto Schulz - Renault è parte attiva di diversi consorzi in Europa, che lavorano sul progetto dei corridoi, cioè una serie di stazioni elettriche poste strategicamente e in sequenza per permettere di affrontare viaggi più lunghi".

- EMISSIONI E FONTI RINNOVABILI - L'industria automobilistica è responsabile del 15% delle emissioni di C02 mondiale e, secondo Schulz, non ci sono molte altre opzioni, oltre all'elettrico, per ridurre questo valore.

"Le auto elettriche non hanno emissioni durante il loro uso - ha aggiunto Schulz - e considerando che la produzione di energia da fonti rinnovabili è in costante crescita, potranno anche diminuire le emissioni totali di C02, quelle che si definiscono dal pozzo alla ruota". In Europa, infatti, nel 2000 le fonti rinnovabili rappresentavano solo il 12% del bilancio energetico, nel 2014 questo valore è cresciuto al 22% e entro il 2025 arriverà al 30%. - LE BATTERIE E IL LITIO - "Il litio non è una risorsa limitata, è disponibile ovunque ma è concentrato in Sud America, in particolare in Bolivia e in Cile, ma anche in Cina - ha precisato Schulz -. Il suo costo, comunque, è molto basso, pari a circa 4 euro per chilo. Quello che è importante per le Case automobilistiche è essere in grado di riciclarlo e di reinserirlo nel processo produttivo.

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