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Dieselgate pesa in borsa 20 miliardi per Vw, Daimler e Bmw

Titoli Fca, Peugeot e Renault sopra a valori precedenti a scandalo

Redazione ANSA

Il Dieselgate pesa in Borsa solo per i costruttori tedeschi, in particolare Volkswagen e Daimler, titolare di Mercedes, che in 18 mesi hanno perso 20 miliardi di capitalizzazione insieme a Bmw, mentre sono state risparmiate Fca, in parte, e le francesi Renault e Peugeot. Proprio il colosso di Wolfsburg, ha chiuso venerdì a Francoforte a 139,4 euro, al di sotto del 16,92% rispetto al 17 settembre 2015, prima che scoppiasse il caso delle centraline truccate per ridurre le emissioni in fase di test antinquinamento. Con il primo annuncio dello scandalo il titolo scese a 162,4 euro (-3,2%), livello mai più raggiunto, toccando un minimo di 92,36 euro (-44,95%) nell'ottobre di quello stesso anno. Non è andata molto meglio a Daimler, che venerdì ha chiuso a 67,74 euro, ossia il 10,27% al di sotto dei 75,5 euro del settembre di 2 anni fa, più regolare invece Bmw a 86,18 euro, sotto del 2,35% rispetto alla vigilia del Dieselgate.

Diversa la sorte di Fca, Peugeot e Renault. L'ex-Lingotto, che ha perso il 4,4% nell'ultima settimana per le emissioni della 500X rilevate in Germania, ha chiuso  venerdì a 9,72 euro, sopra dell'11,34% rispetto all'ultima chiusura di borsa prima dello scoppio del Dieselgate. Bene rispetto al settembre del 2015 anche Renault (+11,77%) e Peugeot (+15,56%). L'andamento dei titoli sui listini azionari ha pesato su Volkswagen, che ha perso per strada 16 miliardi e vale oggi 70,8 miliardi, come a fine 2015, mentre il valore d'impresa è passato dai 70,79 miliardi di fine 2014 agli attuali 51,42 miliardi, in crescita però rispetto ai 47,79 miliardi di fine 2015. Per Daimler la capitalizzazione è scesa di poco più di un miliardo a 72,63 miliardi, mentre il valore d'impresa si è ristretto di 6 miliardi a quota 47,7 miliardi. Ha perso 3 miliardi di capitale Bmw (55,98 miliardi), che però ne ha guadagnati 2,3 a livello di valore d'impresa (98 miliardi), mentre Fca, che ha subito lo scorporo di Ferrari a inizio 2016, ha perso 1,8 miliardi di valore del capitale (14,45 mld) e 6,4 di valore d'impresa (21,89 miliardi). In progresso Renault, il cui capitale è cresciuto a 25,53 miliardi (7,2 mld in più rispetto a fine 2014) mentre il valore d'impresa ne ha presi 7 portandosi sopra i 22,3 miliardi. Ma il balzo più evidente è quello di Peugeot, che ha più che raddoppiato il capitale a 16,59 miliardi, con un valore d'impresa passato da 9 a 12 miliardi. All'epoca del Dieselgate il Leone rampante non navigava in buone acque, tanto da indurre lo Stato ad acquistarne il 14% per controbilanciare l'ingresso paritetico dei cinesi di Dongfeng. Nel primo trimestre dell'anno l'Agenzia per gli investimenti dello Stato (Ape) ha ceduto il 12,7% a Bpi France, joint venture tra lo Stato e la Cassa Depositi di Parigi, per non mollare comunque la presa. Peugeot è anche il gruppo generalista più esposto sul Diesel (62%), contro una media del 55%, secondo il Comitato dei costruttori francesi di auto. Volkswagen è al 56%, Fca al 40 e Renault al 60%, mentre i marchi di lusso arrivano all'80%.

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