''Chiederemo presto un incontro con il governo per rilanciare l'urgenza dello sviluppo in Italia di una mobilità in grado di rendere fruibili per tutti gli automobilisti i vantaggi offerti dalle nuove tecnologie, le nuove motorizzazioni, la guida autonoma''. E' questo uno dei primi passi che si propone di fare il neo-eletto presidente dell'Unrae Michele Crisci, che fino al 2019 guiderà l'associazione che rappresenta le case automobilistiche estere presenti in Italia. Una mission, quella dello sviluppo della mobilità del futuro, di cui - spiega Crisci all'ANSA - si dovrà fare carico ''un Mobility Champion che, alla guida di una Cabina di Regia composta da tutti i protagonisti del settore, sia pubblici che privati e indipendentemente dal brand e dai comparti produttivi, dovrà stimolare, armonizzare, impostare ed implementare gli interventi legislativi e gli investimenti necessari''. Primi fra tutti quelli relativi ''all'adeguamento di un obsoleto parco circolante e della rete infrastrutturale, che è una delle peggiori d'Europa''.
Con questa iniziativa, già proposta in passato, ma che ora Crisci intende rilanciare con ''urgenza, per evitare che l'Italia dell'auto e dei trasporti venga accantonata a livello mondiale come Paese non strategico'', l'Unrae intende farsi promotore di un tavolo permanente sulla mobilità e mettere le proprie competenze a disposizione di tutti. ''Non solo quindi dei costruttori di auto, ma di tutti gli automobilisti, perché senza i clienti - sottolinea il presidente dell'Unrae - noi non esisteremmo''. L'importante per Crisci è che ''ci sia un timing, delle regole da rispettare e un approccio strutturato e metodico'' da parte delle case ma anche e soprattutto del governo. Per esempio, ''un intervento legislativo per promuovere l'acquisto, piuttosto che il noleggio o il car sharing di vetture tecnologicamente avanzate o di nuova motorizzazione, diventa fondamentale''. Un'altra importante leva è quella fiscale. ''Si potrebbe pensare - suggerisce il presidente dell'Unrae - ad agevolazioni fiscali sugli interessi dei mutui per l'acquisto dell'auto, così come si fa per l'abitazione. Oppure ad iniziative meno popolari, come impedire l'accesso di alcune vetture in alcune aree, in mancanza di adeguate motorizzazioni o requisiti di sicurezza. L'importante però è che queste misure prese a livello locale siano coordinate tra loro e strategicamente pianificate''.
L'intervento del governo sarà necessario anche ''per gestire la transazione dai propellenti tradizionali alle grandi fonti di energia del futuro. Per esempio - spiega Crisci - con le nuove regole sulle emissioni il diesel potrebbe tra qualche anno essere fuori legge e l'investimento necessario per mantenere queste motorizzazioni sotto una certa soglia di CO2 potrebbe essere non sostenibile per le case automobilistiche. Quindi chi possiede o acquista ora una vettura diesel potrebbe trovarsi - avverte Crisci - tra il 2024 e il 2026 a non poterla rivendere. E questo per l'Italia, che ha un parco circolante diesel impressionante, sarà un problema. Saranno quindi indispensabili misure per agevolare l'acquisto di auto nuove''.