NEW YORK - Detroit va alla Casa Bianca. Gli amministratori delegati di Fca, Ford e General Motors incontrano per la prima volta il presidente Donald Trump. L'obiettivo instaurare un rapporto diretto di lavoro e lasciarsi alle spalle l'epoca dei tweet, con i quali Trump ha colpito a più riprese Ford e Gm. Per Fca l'incontro cade poco dopo le accuse dell'Agenzia della Protezione sulle violazioni degli standard per le emissioni diesel. Un'accusa lanciata dall'Epa targata Barack Obama e che ora finisce nelle mani della nuova amministrazione. La colazione sarà un'occasione per Trump per spiegare la sua nuova politica commerciale e per le case automobilistiche per presentare la loro opinione. Il presidente ha già avviato una radicale trasformazione della politica commerciale americana: dopo aver sfilato gli Stati Uniti dalla Trans-Pacific Partnership, si appresta ora ad avviare le trattative per rinegoziare l'accordo commerciale del Nafta e a imporre "dazi" pesanti su chi sposta la produzione fuori dai confini americani e poi esporta negli Usa.
L'intesa che lega Stati Uniti, Messico e Canada e' centrale per l'industria automobilistica statunitense che, in Messico, produce auto anche destinate al resto del mondo. E che dal Messico riceve componenti per l'assemblaggio negli Stati Uniti. Trump ''e' la preoccupazione numero uno dell'industria automobilistica'' afferma il Wall Street Journal. Mai infatti c'era stato un presidente che twittava nominando singole società, e di conseguenza mettendo su queste pressione. Fca è l'unica che si è salvata dagli attacchi a 140 caratteri, incassando via Twitter un "grazie" per l'investimento da un miliardo di dollari annunciato durante il Salone dell'Auto di Detroit. Ford e' stata al centro di ripetute critiche di Trump durante la campagna elettorale, ma di recente i rapporti sono stati recuperati con Ford che ha rinunciato all'impianto in Messico. General Motors ha 'ceduto' alle pressioni di Trump annunciando a sua volta un investimento negli Stati Uniti.