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Prezzi delle riparazioni alle stelle, colpa dei pezzi di ricambio

Analisi DAT-Italia rivela, in tre anni dal +4% al +30%

Redazione ANSA

ROMA - Se riparare l'auto appare sempre più caro la colpa potrebbe essere in molti casi da imputare all'aumento del prezzo dei ricambi. Questi, secondo una ricerca effettuata da DAT-Italia, negli ultimi tre anni sono cresciuti mediamente dal 4% al 30%, a seconda della marca del Costruttore e del modello.

Lo studio ha preso in considerazione i pezzi che vengono sostituiti con maggiore frequenza in caso di incidente. A livello di carrozzeria si tratta di paraurti, parafanghi, porte, parabrezza e fari. Per la ricerca sono stati esaminati i listini delle auto più vendute. E' quindi emerso, appunto, che negli ultimi tre anni i loro costi sono lievitati dal 4 al 5% per le Fiat, dal 4 al 7% per le Peugeot, dal 6 al 18% per le Ford. Tra i dieci i modelli comparati voce per voce, figurano Alfa Romeo Giulietta, Fiat Panda, Fiat 500X, Ford Fiesta, Jeep Renegade, Opel Corsa, Peugeot 208, Renault Clio, Toyota Yaris, Volkswagen Golf. Nel confronto dettagliato affiorano alcune singolarità: si nota, per esempio, per la Renault Clio un +5% per il costo del proiettore anteriore sinistro e un +30% per quello destro mentre per la Volkswagen Golf spicca un +24,16% per il paraurti posteriore e un +35,23% per quello anteriore. Tra tanti segni più, da evidenziare, secondo i rilevamenti di DAT-Italia, un solo ''zero'': il costo del parabrezza dell'Alfa Romeo Giulietta è rimasto invariato dal 2014 al 2017. Due pezzi, invece, sono addirittura diventati più economici: si tratta del cofano della Clio, diminuito dell'1,1%, e del paraurti posteriore della Renegade, diventato più conveniente del 10,74%.

''Analizzando i dati dell'ANIA - chiarisce Antonio Coppola, direttore Generale di Dat-Italia - si vede che negli ultimi 5 anni i sinistri sono diminuiti di circa il 9%. Non è un caso perché a causa della crisi, circa il 60% del parco circolante - ovvero le auto a benzina - ha consumato il 9% di combustibile in meno e, quindi, meno mobilità ha, inevitabilmente, generato una minor frequenza di sinistri. La conseguenza di ciò è stata una leggera riduzione dei costi dei sinistri RC auto per le assicurazioni. Il buonsenso - conclude Coppola - avrebbe dovuto portare a incentivare la vendita di auto e a dare un miglior servizio post vendita, e non lucrare sui ricambi. Si consideri che il prezzo di un ricambio originale viaggia da 3 fino a 20 volte il prezzo della serie. Quindi era già ben pagato...''

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