Quotidiano Energia - Nel corso della sua prima partecipazione al cosiddetto “tour del Pnrr”, che ieri si è fermato a Milano per la sesta tappa, il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha fatto il punto sui prossimi impegni del Mite, focalizzandosi sui bandi che saranno attivati tra il 2022 e il 2026.
La presentazione del ministro – disponibile in allegato sul sito di QE – offre una buona panoramica degli interventi e nuove informazioni sulle ricadute territoriali degli investimenti. In particolare, per ogni misura, è indicata la quota destinata al Sud. Facendo una media dei 19 progetti presentati da Cingolani (in totale sono 20, ma uno è “non territorializzabile”) – di cui 11 nel 2022, cinque nel 2023 e quattro fra 2024 e 2026 – emerge che il Mite destinerà al Sud il 40,9% delle risorse per la transizione ecologica. Un numero che rispetta il target previsto del 40%.
Nel documento, presentato al pubblico del Piccolo Teatro, non sono incluse tutte le misure del Mite (ad esempio non c’è un focus sul 2021) ma la stima di Cingolani è che nei prossimi anni il ministero gestirà direttamente 34,95 mld €, di cui quasi 14 mld € per il Superbonus. La missione per la transizione ecologica, calcolando il solo Pnrr e non il Fondo complementare, sfiora i 60 mld € ma dev’essere intesa come un’azione trasversale fra le varie amministrazioni coinvolte a livello centrale e locale.
La “linea del tempo” del Mite si apre con i bandi per il biometano (al Sud il 23%) e si chiude con la realizzazione di uno stabilimento per la produzione di elettrolizzatori. In quest’ultimo caso, ad esempio, che vale 0,45 mld € e che dovrebbe consentire di “espandere il mercato dell'idrogeno realizzando in Italia un grande impianto industriale per la produzione di elettrolizzatori” raggiungendo circa 1 GW di capacità di elettrolisi entro il 2026, è particolarmente interessante notare che la quota riservata al Sud sarà del 70%. Un numero che lascia ipotizzare che l’intenzione sia quella di scegliere una regione del Mezzogiorno per il sito. Il Sud ha buone “performance” anche in altri capitoli riguardanti l’idrogeno: 50% quando si parla dell’uso in settori hard-to-abate oppure 50% per la produzione in aree industriali dismesse.
Il Sud fa il 100% quando gli investimenti, in programma dal 2023, sono quelli per fognature e depurazione, ma ha numeri risibili per la resilienza del sistema elettrico (16%) e porti verdi (0%). Non sono particolarmente alte neppure le cifre quando si parla di smart grid (25%) ed energy communities (26%). Per l’agrivoltaico si stima un 48%. Per ragioni di specificità geografica non si va oltre lo 0% nei capitoli dedicati alla rinaturalizzazione del Po e del teleriscaldamento.
All’appuntamento di Milano hanno partecipato anche il ministro per la Transizione digitale, Vittorio Colao, il capo del Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica della Presidenza del Consiglio, Marco Leonardi, la vice presidente e assessore al Welfare della Regione Lombardia, Letizia Moratti, e il sindaco di Milano, Beppe Sala. La stima è che Milano e la Lombardia ricevano complessivamente dal Pnrr oltre 3 mld €.