Quotidiano Energia - Arriva il rapporto preliminare sul mercato Ets dell’Autorità dei mercati finanziari europei Esma, richiesto dal Consiglio Europeo il mese scorso.
Atteso per il 15 novembre, il rapporto è stato pubblicato ieri sera e fornisce una prima analisi sull’evoluzione e la volatilità dei prezzi delle quote di emissione (Eua) e dei relativi derivati.
In particolare, dall’analisi di Esma emerge che dal 2018 il numero di controparti che detengono posizioni Eua future è aumentata in tutte le categorie, in proporzioni relativamente omogenee in linea con l’espansione del mercato Ets. Tale aumento, sottolinea il rapporto, “di per sé non può essere considerato una prova di trading distorto o di abusi di mercato”, anche se “Esma analizzerà ulteriormente queste tendenze nella sua prossima relazione”.
Le posizioni aperte sono detenute in larga misura e pressoché uniformemente da imprese di investimento e istituti di credito da un lato e da controparti non finanziarie dall’altro, mentre la restante percentuale che fa capo a fondi di investimento e altre controparti finanziarie resta “relativamente contenuta”.
Il rapporto nota che dal 2018 la ripartizione delle posizioni aperte tra le diverse categorie di controparti “non sembra essere cambiata in modo significativo ed è sostanzialmente in linea con il previsto funzionamento del mercato, in cui i soggetti non finanziari acquistano futuri sulle Eua per coprire la propria esposizione al prezzo della CO2 e quelli finanziari fanno da intermediari per facilitare le negoziazioni e fornire liquidità al mercato”.
Esma condurrà adesso “un’analisi più approfondita del mercato della CO2 Ue, sulla base dei dati disponibili per le autorità di regolazione ai sensi della legislazione europea”.
Il rapporto finale sarà presentata all’inizio del 2022 alla Commissione, che valuterà se sono necessarie azioni mirate.