Quotidiano Energia - Parte il procedimento Arera per riformare il contributo tariffario da riconoscere ai distributori nell’ambito del meccanismo dei certificati bianchi.
L’iniziativa dell’Autorità fa seguito alla sentenza con cui il Tar Milano ha sancito che la quantificazione a 250 € del tetto ai contributi da parte del decreto correttivo Mise/Minambiente viola le prerogative del Regolatore.
Quest’ultimo ha quindi avviato un procedimento da attuare “mediante consultazione con gli operatori” e da chiudersi entro 120 giorni. Nel frattempo, però, al fine di “assicurare certezza agli operatori”, l’Arera ha confermato con efficacia “ex tunc” quanto disposto dall’art. 5 dell’Allegato A alla delibera 487/2018, secondo cui può essere erogato un acconto del contributo di 175 € a seguito “delle verifiche da parte del Gse dell’adempimento parziale da parte dei distributori ai propri obblighi”. Adempimento che per l’anno 2019 doveva avvenire entro il 30 novembre.
L’Autorità conferma inoltre le “Regole di funzionamento del mercato dei titoli di efficienza energetica” e il “Regolamento per la registrazione delle transazioni bilaterali dei titoli di efficienza energetica”.
Sempre nella prospettiva di “dare certezza agli operatori sul quadro applicabile”, il Regolatore conferma, con efficacia ex tunc, l’approvazione (già disposta con la delibera 209/2019/R/efr) del documento dello schema di modalità di attuazione delle disposizioni di cui all’articolo 14-bis, commi 6 e 8, del decreto interministeriale 11 gennaio 2017, trasmesso dal Gse con comunicazione del 15 maggio 2019. Ciò in quanto “si tratta di un profilo distinto dalla determinazione del contributo tariffario che, come tale, non dovrebbe essere stato travolto dall’annullamento della deliberazione 487/2018/R/efr”.
Venendo alla più ampia riforma del contributo da attuare entro i prossimi 6 mesi, l’Arera ritiene che “il driver più corretto per la definizione del costo complessivo del meccanismo, nella sua forma attuale, sia rappresentato dal costo sostenuto dai distributori che sfruttano la possibilità di acquisto dei Tee non corrispondenti a progetti di cui all’articolo 14bis del decreto interministeriale 11 gennaio 2017, definito come la differenza tra 260 €/Tee e il valore del contributo tariffario per il corrispondente anno d’obbligo, con un limite massimo pari a 15€/Tee”.
Ciò, prosegue l’Arera, costituisce infatti “il segnale di prezzo a cui il mercato si è adeguato e assume particolare rilevanza anche alla luce della progressiva scarsità di titoli disponibili rispetto agli obiettivi definiti dalla normativa, più volte evidenziata dagli operatori e confermata dall’ingente quantità di Tee non corrispondenti a progetti richiesti dai distributori al Gse ai fini dell’obbligo 2018, pari a più di 1,7 milioni di Tee ovvero il 30% circa dell’obiettivo 2018”.