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Responsabilità Editoriale Gruppo Italia Energia

Rinnovabili nella rete: c’è ancora molto da fare

Le azioni del Mise: aste come elemento di misura dei ppa, “repower” e il “reblanding” nelle prossime misure del Governo (articolo di e7, il settimanale di QE)

e7, settimanale QE - La struttura di mercato delle Ferp in Italia e in Europa, deve cambiare. Serve una visione che guardi alle tecnologie e alle potenzialità della rete al 2030. È quanto emerge dalla analisi del comparto realizzata dall’Associazione Italiana Degli Economisti Dell’Energia (Aiee)  “L’integrazione delle fonti rinnovabili non programmabili, nel sistema elettrico italiano: tecnologie, barriere, mercati, regolazione” e divulgata ieri a nel corso del convegno omonimo presso la sede del Gse a Roma.

“Il target model europeo è nato vecchio” spiega a e7 Francesco Marghella, Senior analyst della associazione (nel video il commento completo) “I mercati odierni che sono stati pensati quando la generazione non era a rinnovabile. Tutti limiti che il sottosegretario del Mise con delega all’energia Davide Crippa, che ha concluso la sessione di lavori, non fatica ad ammettere; evidenziando come: “Non sfugge a nessuno che gli strumenti che abbiamo oggi non siano adeguati al mercato, anche perché il Piano energia e clima deve formalmente essere ancora approvato e dovrà avere le sue misure attuative” evidenzia Crippa. “Lo stesso Pniec segnala la necessità di migliorare e potenziare il sistema dei certificati bianchi come di altri molteplici aspetti”. “Oggi abbiamo davanti una funzione della rete che tende ad avere un ruolo diverso rispetto ai tempi passati” sottolinea il sottosegretario riferendosi a sistemi come blockchain, aggregazione della domanda, disintermediazione della filiera tradizionale e al capitolo dedicato alla mission innovation nel Decreto crescita, in cui si punta allo sviluppo di servizi di idrogeno e smart grid. Sugli accumuli invece il fatto che debbano essere “tutti elettrochimici è un problema anche per il costo”, includendo quindi il pompaggio e il mini idrico che potrebbe coinvolgere soprattutto canali irrigui. Un tema che dovrà essere anche parte del piano della Ricerca di sistema che “confidiamo di concludere entro la settimana per mandarlo all’Autorità per le considerazioni conclusive”.

“I mercati odierni sono stati pensati quando la generazione non era a rinnovabile. L’espansione delle Ferp, nella richiesta lorda, dovrebbe arrivare già entro il 2030 al 35% e per far questo non è possibile avere un prezzo zero con la costanza che ci immaginiamo. Difficile inoltre esportare gran parte dell’energia sulla contrattazione di lungo termine da quella come è adesso a breve termine” spiega Marghella.  Insomma i nodi sono arrivati al pettine e la regolazione deve affrontare le richieste e le opportunità che la tecnologia gli permette.

Ppa:  power purchase agreement, accordi a medio lungo termine per il ritiro dell'energia prodotta dagli impianti

“Una prima risposta sui valori dei ppa arriverà al termine delle prime aste” di questo Crippa è certo.  In pratica da settembre capiremo veramente dove siamo come prezzi e anche se ci sono delle differenze a livello geografico ad esempio tra un eolico del sud o del centro sud o tra un fotovoltaico nelle isole o del nord Italia.

Le aste possono diventare anche un “elemento di rilancio di investimenti” come evidenzia Crippa, che ammette: “concordo che questi investimenti non possano partire se non c’è un processo partecipativo più elevato”.

In risposta ai punti di criticità sottolineati da Giovanni Battista Zorzoli di Aiee che ha moderato una sessione della giornata, cioè le variabili: “tempo” anche in ambito dell’approvazione dei decreti; “semplificazione delle procedure” e accettazione sul territorio. Per cui ha dichiarato Zorzoli “in Italia manca un sistema strutturato ed esteso di coinvolgimento delle popolazioni. Manca una cabina di regia” e anzi “sarebbe bene identificare da subito dei decreti e delle norme che possano essere implementare rapidamente”.

Suggerendo di “equiparare le reti condominiali a un sistema chiuso” o “iniziare ad avviare le comunità energetiche virtuali”. Tutte azioni che secondo l’esperto “in poche mosse metterebbero in moto un sistema”.

Il Sottosegretario risponde dichiarandosi “scettico rispetto una cabina di regia” e anzi identificando nei ministeri competenti il personale più adatto per gestire tali situazioni. Crippa sottolinea quindi la possibilità di “superare la mancanza di espressione del parere dei ministeri passando per la Presidenza del Consiglio” per quanto ne riconosca il carattere di misura non “ideale”. Non manca l’attenzione al “repower” e al “reblading” che entreranno nelle prossime misure del governo e che il Sottosegretario considera “auspicabili e in grado di dare una risposta concreta ad alcune tempistiche”.

Repower: ottenere un livello di efficienza molto più elevato da un sito di produzione di energia rinnovabile esistente grazie alla sostituzione con macchine di ultima generazione

Reblading: la sostituzione delle pale di un impianto eolico

“La grande assente è la domanda” sottolinea in un intervento dalla sala Sergio Garribba “se vogliamo che le rinnovabili diventino l’energia del futuro attraverso una contrattazione è necessario che la domanda sia nella trattazione e che sia libera. Ad oggi soprattutto in Italia la domanda è comprare a breve termine. Un’abitudine che cambierà. Ma per farlo serve avere solidità di mercato”.

Su questo il Sottosegretario evidenzia come, finché ci saranno sistemi di incentivazione sarà difficile anteporre i ppa agli incentivi statali, e rilancia: “Mi piacerebbe che arrivi una proposta di ipotesi di solvenza che veda grosse imprese energivore assicurare i contratti ppa su larga scala”.