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Responsabilità Editoriale Gruppo Italia Energia

Riorganizzazione Mise, ecco il cronoprogramma

Intanto sindacati in agitazione: “Non saranno accettati ulteriori ridimensionamenti del ruolo e delle attività del ministero” (articolo di Quotidiano Energia)

Quotidiano Energia - Entro il mese di aprile, il segretariato generale del Mise convocherà i direttori generali del ministero, indirà una riunione con i sindacati e procederà alla definizione di uno schema di Dpcm per la riorganizzare e il riordino della struttura del dicastero. E’ quanto prevede il cronoprogramma della riorganizzazione del Mise, trasmesso dal segretario generale Salvatore Barca alle direzioni generali del dicastero e ai sindacati il 29 marzo.

Il cronoprogramma della riorganizzazione, annunciata dal ministro Luigi Di Maio due mesi fa, spiega che il compito di riordinare la struttura del Mise - come previsto nel DL 12 luglio 2018, n. 86, convertito con legge 9 agosto 2018, n. 97 - è stato affidato “con direttiva del ministero” al segretariato generale, già riorganizzato lo scorso febbraio. A tale scopo, è stato creato presso il segretariato un gruppo di lavoro “con l’obiettivo di sintetizzare e promuovere un dibattito con tutti gli stakeholder”.

Inizialmente, il gruppo di lavoro ha effettuato una “ricognizione”, attraverso una richiesta alle direzioni generali della mappatura delle linee di attività di competenza, con riferimento al DPCM 159 del 2014 e del successivo DM 24 febbraio 2014. Sulla base dei dati raccolti, il mese scorso si sono svolte “interviste individuali con tutti i 15 direttori generali dell’amministrazione”.

Il gruppo di lavoro ultimerà il documento di sintesi entro il 5 aprile e avvierà quindi la seconda fase del piano di riorganizzazione.

Il cronoprogramma del riassetto non è piaciuto ai sindacati della funzione pubblica, che lo stesso 29 marzo hanno proclamato lo stato di agitazione e inviato una lettera al ministro Di Maio per lamentare innanzitutto che del processo di riorganizzazione – che “modificherà pesantemente l’attuale assetto” – “non sono resi partecipi i sindacati, in barba a precise disposizioni contrattuali”.

FP Cgil, Cisl FP, Uilpa, Confsal, Unadis e Dirstat chiedono perciò che sia “condiviso da subito un progetto organico che chiarisca la missione del ministero” e avvertono che “non saranno accettati dal personale né ulteriori ridimensionamenti del ruolo e delle attività del Mise, né progetti che riducano i punti di funzione”. Le strutture attuali, spiegano le sei sigle, “denunciano risorse insufficienti rispetto ai carichi di lavoro” e “una riduzione del numero delle direzioni e degli uffici avrebbe inevitabilmente ripercussioni sulle prospettive di carriera e, soprattutto, determinerebbe un ulteriore e non sostenibile aggravio dei compiti che, con le scarse risorse, finirà inevitabilmente per incidere negativamente sulle attività svolte”.

Secondo i sindacati, “si attiva nuovamente e in modo pervicace quella spirale che vede la classe politica precostituire le condizioni per rendere inefficienti e carenti i servizi erogati alla collettività, minando ulteriormente il precario rapporto di fiducia tra cittadini e lavoratori della PA”. Ma “se questo è il disegno”, si legge nella lettera, “denunceremo con forza i fatti e le scelte del decisore politico che hanno determinato tale situazione” e, “in assenza di riscontri concreti”, FP Cgil, Cisl FP, Uilpa, Confsal, Unadis e Dirstat avvieranno “tutte le iniziative necessarie per tutelare le prospettive del ministero e dei suoi lavoratori e per denunciare all’opinione pubblica lo stato di abbandono in cui versa”.

Nella lettera al ministro i sindacati chiedono anche di “assumere personale a seguito dell’opportunità offerta dalla quota 100” e di “attivare quanto prima scorrimenti di graduatorie di concorsi Mise ancora in essere”.