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Responsabilità Editoriale Gruppo Italia Energia

Volare verso la sostenibilità, ecco come gli aeroporti aiutano l’ambiente

Dalla Valutazione di impatto ambientale alle modalità di intervento da mettere in atto a livello progettuale per realizzare infrastrutture green

e7, il settimanale di QE - Da una parte gli effetti dell’inquinamento acustico e luminoso, dall’altra il consumo di suolo e le emissioni degli aerei e dei veicoli di terra. Queste sono solo alcune delle voci da prendere in considerazione nel momento in cui si va a valutare l’impatto ambientale degli aeroporti, centri nevralgici per gli scambi commerciali e per il turismo di massa. In termini di sostenibilità, queste infrastrutture possono essere paragonate, con le dovute proporzioni, a delle vere e proprie città. Si rende così indispensabile una valutazione capillare degli effetti legati alla loro realizzazione. L’obiettivo è da un lato quello di permettere al territorio di beneficiare delle ricadute positive in ambito economico connesse alla presenza di questi snodi strategici per il trasporto nazionale e internazionale, dall’altro quello di ridurre al minimo gli effetti deleteri per l’ambiente. Qui di seguito abbiamo approfondito alcuni aspetti legati al binomio aeroporti-ambiente analizzando la procedura per la richiesta di VIA - Valutazione di impatto ambientale, ma anche le modalità di intervento ex ante da mettere in atto a livello progettuale, misure importanti per intervenire a monte e favorire la realizzazione di infrastrutture sempre più green.

Procedura di VIA, il ruolo dell’ENAC

Per avere un’idea chiara, in ottica preventiva, degli effetti che un progetto di realizzazione o modifica di un aeroporto può avere sull’ambiente circostante deve essere messa in atto una procedura di VIA. Nell’ambito dell’iter amministrativo tracciato dalla legge n. 351 del 1995 è stabilito che l’ENAC rivesta il ruolo di ente proponente per l’avvio di questa procedura al Ministero dell’Ambiente e valuti i masterplan redatti dalle società di gestione aeroportuale. Questi documenti sono “strumenti progettuali ed urbanistici che traguardano lo sviluppo dell’aeroporto su un arco temporale di 10-15 anni, prevedendo al loro interno tutte le opere di potenziamento, adeguamento e sviluppo delle infrastrutture necessarie per supportare la crescita stimata del traffico aereo”, ha spiegato a e7 Costantino Pandolfi, professionista della direzione centrale di vigilanza tecnica dell’ENAC e responsabile della funzione organizzativa sviluppo aeroporti e territorio. “Nello specifico elaboriamo lo studio di impatto ambientale (SIA) che alleghiamo al masterplan. è nel SIA che sono presenti le valutazioni di impatto ambientale”.

La procedura gestita dall’ENAC prevede una prima approvazione per gli aspetti di competenza (legati ad esempio all’analisi della domanda o alle caratteristiche infrastrutturali) e la successiva richiesta di avvio della procedura di VIA in parallelo al Ministero dell’Ambiente e a quello dei Beni culturali. “Voglio precisare - ha evidenziato Pandolfi - che noi siamo l’ente proponente e siamo soggetti a istruttoria del Ministero dell’Ambiente. Prendiamo in considerazione la presenza di criteri ambientali alla presentazione della domanda, ma chi ha il potere decisionale è poi la commissione VIA del Ministero dell’Ambiente, che può approvare o meno il masterplan. Una terza alternativa, relativa al giudizio della commissione di VIA, prevede un’approvazione accompagnata dall’indicazione di una serie di prescrizioni ambientali da ottemperare in una fase successiva. Il nostro obiettivo è in generale quello di preparare la documentazione nel miglior modo possibile per la valutazione della Ministero dell’Ambiente”.

Ma quali sono nello specifico gli step di valutazione del masterplan? Il decreto necessita della firma di entrambi i ministeri, Minambiente e Mibact, poi passa al vaglio del Ministero dei Trasporti per la conformità urbanistica. “Si tratta di un iter complesso - sottolinea Pandolfi - ma, una volta arrivati al termine, sappiamo che tutti i progetti valutati sono stati analizzati in maniera puntuale dal punto di vista ambientale. Ad oggi la quasi totalità gli aeroporti commerciali italiani ha un piano di sviluppo con decreto VIA. La tutela ambientale è una tema di fondamentale importanza nella mission di ENAC e con queste procedure abbiamo la garanzia che tutte le opere valutate siano sostenibili dal punto di vista ambientale”.

Contratti di programma e regolazione tariffaria

Un altro tema chiave è la modalità con cui la questione della sostenibilità ambientale viene declinata all’interno dei contratti di programma per la regolazione tariffaria, come ci ha spiegato Pandolfi. “Semplificando un po’ la questione possiamo dire che la tariffa pagata da determinati soggetti - come ad esempio operatori aeroportuali, compagnie aeree o in generale enti che fanno attività negli aeroporti - è calcolata nell’ambito del contratto di programma per la regolazione tariffaria. Alla base del calcolo della tariffa rientrano una serie di parametri tra cui ci sono sia il riconoscimento degli investimenti fatti per lo sviluppo dell’aeroporto sia il rispetto del piano della tutela ambientale. Questo piano contiene una serie di indicatori che devono essere raggiunti (ad esempio la sostituzione dei veicoli aeroportuali con veicoli elettrici, l’aumento della quota di energia prodotta da rinnovabili o la riduzione delle emissioni di CO2). Si tratta di una serie di target fissati ogni 4-5 anni che possono dare penalità o premialità nel calcolo della tariffa. In questo modo i gestori più virtuosi da un punto di vista ambientale riescono ad avere questa premialità, quelli che invece non raggiungono l’indicatore prefissato possono avere penalizzazioni sul riconoscimento della tariffa. Questo meccanismo serve a incentivare i gestori aeroportuali a investire per migliorare le performance ambientali degli aeroporti”.

La valutazione del Minambiente

Dopo il passaggio all’Enac, il masterplan passa al vaglio della commissione VIA del Ministero dell’Ambiente. “Noi valutiamo i profili ambientali e i profili giuridici del documento. L’analisi ambientale è rivolta innanzitutto a elementi essenziali come le ipotesi di inquinamento acustico, le ipotesi di inquinamento atmosferico e tutti gli elementi relativi all’assetto dell’ambiente idrico (smaltimento delle acque di prima pioggia, ma anche smaltimento delle acque di alcune infrastrutture aeroportuali dotate di piazzole anti-icing)”, ha spiegato alla nostra testata Bortolo Mainardi, Architetto e componente della Commissione tecnica di valutazione di impatto ambientale presso il Ministero dell’Ambiente.

Inquinamento acustico ed emissioni

Per quanto riguarda l’inquinamento acustico, in particolare, si valuta il rumore generato dagli aerei in fase di atterraggio e di decollo, si verifica l’eventuale presenza di nuclei residenziali o edifici definiti “ricettori sensibili” (ad es. le scuole) e ci si assicura che “i decibel non superino i limiti previsti dalla normativa”, ha sottolineato Mainardi. Anche sul fronte delle emissioni atmosferiche bisogna poi rispettare determinati limiti, relativi ad esempio alla concentrazione di ossidi di azoto. I valori devono essere tali da non incidere sulla salute delle persone. L’analisi che effettuiamo comprende tutti questi parametri, ma anche il traffico veicolare generato in funzione della capacità dell’aeroporto”.

Sviluppo economico e ambientale

“Tutto questo lavoro - ha aggiunto il tecnico del Ministero - si interfaccia con i profili giuridici che sono dati dal decreto legislativo 104 del 2017. All’allegato 7 di questo decreto ci sono tutta una serie di punti di riferimento che noi dobbiamo verificare per valutare che sia tutto in ordine sotto il profilo ambientale e normativo. Nell’analisi di un progetto non si valuta quindi solo la parte legata allo sviluppo economico o alla gestione dell’aeroporto, ma anche la necessità di un’ottimizzazione sotto il profilo ambientale”.

Idrosgommatura

Per quanto riguarda i rifiuti, tra gli elementi analizzati c’è la rete di smaltimento delle acque di prima pioggia e di quelle impiegate nell’idrosgommatura. “Quando gli aerei atterranno infatti frenano lasciando sul terreno pezzi di gomma che devono essere lavati. Le acque utilizzate per questi processi passano da appositi impianti di purificazione dotati di vasche di dissabbiatura e di disolezione per essere purificate. Si tratta di sistemi opportunamente dimensionati nell’aeroporto”.

Problematiche più ricorrenti nelle richieste di VIA

Le problematiche più evidenti rilevate nelle richieste di VIA, ha sottolineato Mainardi, sono quelle legate all’inquinamento acustico. A seguire troviamo invece le emissioni inquinanti in atmosfera e l’impatto sull’ambiente idrico. “Per contrastare questi fenomeni la misura principale che vien adottata è la riduzione dei voli. Quando poi l’aeroporto è vicino a centri urbani si può arrivare a valutare interventi su singoli edifici come i doppi infissi o le rilevazioni con fonometri. Tutte misure volte a garantire che il rumore resti al di sotto dei limiti di legge”.