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Responsabilità Editoriale Gruppo Italia Energia

Geotermia tra incentivi Fer e una nuova visione industriale

La richiesta di un tavolo tecnico al Ministero

e7, settimanale di QE - L'eliminazione degli incentivi alla geotermia, previsti nel decreto Fer 1, ha scioccato gli stakeholders soprattutto nella regione Toscana in cui sono concentrati diversi stabilimenti di produzione energetica da questa fonte. Le polemiche si sono susseguite sui media e hanno infine preso forma nella manifestazione dello scorso 1 dicembre a Lardarello, sede di un impianto geotermico ad alta entalpia della Val di Cecina. Su e7 abbiamo sentito i protagonisti della vicenda.

“In settimana faremo partire una richiesta di incontro con il Ministero. Vogliamo arrivare a un tavolo tecnico in cui si comprendano certe situazioni prima di commettere errori che potrebbero diventare irrecuperabili. Vogliamo far capire che la geotermia è un’energia tutta particolare che vale la pena studiare e conoscere” spiega al settimanale Loris Martignoni sindaco di Pomarance uno dei comuni interessati da questa risorsa.

Ovviamente gli impianti in essere, le cui concessioni sono attive fine al 2024, non sono in discussione, come non sono in discussione gli attuali incentivi per le imprese e le somme versate alle Regioni. Numeri interessanti, già nella sola Toscana, normati oltre che dalla Lg. 896 del 1986, successivamente rinnovata, anche dall’ ”Accordo generale sulla geotermia” tra impianti geotermici e Regione del 2007.
In cifre questo si tramuta in un versamento per la Lg 896 del 1986 su impianti di potenza superiore a 3MW, di una lira per ogni kWh  ai comuni nel cui territorio è compreso il campo geotermico coltivato; una lira per kWh alla Regione (entrambi con aggiornamento biennale all’inflazione) e un contributo una tantum di lire 12.000 per kW di potenza. Rispetto all’Accordo generale stipulato dalla Regione invece, viene versato un corrispettivo annuo di circa 67ML€ secondo la produzione effettiva e indicizzato; e 0,65ML€ per ogni MW di nuova potenza rateizzati in 10 anni. Siamo nell’ordine di 72,8ML€ sui 112 MW di nuova potenza. Infine un versamento di 65.000 €/annuo per ogni intervento di implementazione su cui si percepiscono incentivi anche in caso di sostituzione di potenza esistente. Infine l’accordo prevede di versare 250ML€ da destinare a interventi prioritari e per interventi vari. Il tutto con scadenze delle concessioni allineate al 2024. 

Un vero strumento di sostegno per il territorio, “I comuni che godono di questi incentivi sono 17, più tre comunità montane e tre province”. Spiega il sindaco di Pomarance “Inoltre è stato fatto un accordo con le province di 32 milioni per la sistemazione della viabilità in specifico delle frane. Sono risorse impiegate per lo sviluppo del territorio e progetti complessivi di miglioramento delle infrastrutture in generale. Ma non possiamo fare un discorso di numeri e di like - continua il Sindaco- Serve una strategia che vada oltre i sì e i no dei comitati, il governo deve garantire la possibilità tecnologica, e poi sarà la politica a calarla sul territorio”. Insomma non bastano le rassicurazioni del governo che promettono un inserimento della fonte energetica nel Fer 2.

Il timore più grande tra gli addetti del settore è l’esclusione di fatto della geotermia dalla cerchia delle energie rinnovabili. Un precedente che si teme sia irreversibile. “L’alta entalpia è una microeconomia che si può realizzare solo in piccolissime proporzioni del territorio italiano” sottolinea Tommaso Mascetti Consigliere e Coordinatore Commissione Geotermia del Consiglio Nazionale dei Geologi “ed è costosa, con tempi di rientro molto lunghi, mentre differente è la bassa entalpia (con cui si può fare riscaldamento e raffrescamento domestico ndr.). In Italia ne abbiamo davvero molta e potrebbe risolvere tutti i problemi di inquinamento nazionali, abbassando di CO2 e garantire un risparmio del 60-70% al cliente finale”.

I timori sulla salute della tecnologia, difatti, sono totalmente dipanati dai dati di Arpa Toscana e dagli studi del CNR secondo cui gli impianti ad alta entalpia non sono pericolosi in quanto dotati di AMIS, Abbattimento Mercurio e Idrogeno Solforato. Sistemi che a detta di Mascetti garantiscono la qualità dell’aria.

Rispetto all’innovazione tecnologica il Sindaco di Pomarance evidenzia che si può fare ancora molto “ma siamo convinti che fermarsi o fare uno stop lungo potrebbe dire non ripartire più, e questo non ce lo possiamo permettere. Nello stesso tempo vorremmo preparare una strategia di incentivazione alla ricerca e l’innovazione per fare cultura, favorire la trasparenza e l’accettabilità ambientale di certi territori e comitati”. 

Attualmente la geotermia dà occupazione a circa 650 addetti diretti e a circa 1.000 / 1.500 nell’indotto indiretto nell’area Toscana essendo una filiera rinnovabile tutta made in Italy con molte ricadute di manutenzione e restyling. Una risorsa che solo negli impianti di Enel Green power in Toscana produce circa sei miliardi di KWh annui pari a oltre il 30% del fabbisogno energetico regionale. Nell’area c’è ancora il potenziale per realizzare altri impianti, già in progettazione, pensiamo al PC6, a Piancastagnaio, che attende l’approvazione del VIA in Regione.

Il tema dell’occupazione è delicato per un territorio che non ha molte altre risorse lavorative. E’stato calcolato che ogni nuovo MW di potenza installata per nuovi impianti realizza circa 2 posti di lavoro tra indotto diretto e indiretto (si calcola che per ogni nuova centrale da 20 MW, come dovrebbe essere PC6 per esempio, si creino 40 posti lavoro). L’indotto temporaneo invece, per cui sono comprese le fasi di cantiere per la costruzione di nuove centrali, è calcolato in media sulle 100 persone per ogni impianto per una durata di circa un paio di anni. 

Una risorsa importante per il territorio per cui si potrebbe valutare uno strumento finanziario alternativo. “So di aziende che per usare solo energia rinnovabile geotermica sono disposte a pagare anche un po’ di più” riflette Martignoni. “Gli strumenti da mettere in campo possono essere diversi. Ma ora il tema non è tanto il costo dell’incentivo, ma della accettabilità della risorsa”.