Quotidiano Energia - Alcuni recenti sviluppi dei negoziati sulla proposta di regolamento sul mercato elettrico, in particolare sugli articoli 13 e 14, “rischiano di far deragliare l’attuazione di un calcolo della capacità transfrontaliera efficiente”. E’ la “preoccupazione” espressa oggi in una nota dall’Agenzia per la cooperazione dei regolatori energetici europei (Acer), il cui consiglio ha discusso la questione mercoledì scorso.
Il direttore di Acer e una vasta maggioranza delle autorità di regolazione nazionali rappresentate nel consiglio, spiega la nota, temono in particolare la fissazione per tutti gli interconnector europei di target minimi arbitrari alle capacità commerciali transfrontaliere, insieme alla possibilità per gli Stati membri che non fossero in grado di raggiungere tali target di non aderire fino al 2026 al quadro delineato dalle linee guida per l’allocazione della capacità e la gestione delle congestioni (Cacm).
Un tale approccio, secondo i regolatori, “va in senso contrario ad alcuni principi e obblighi fondamentali previsti dal Trattato Ue e dal Terzo Pacchetto Energia, come l’efficienza, la trasparenza, la non discriminazione e l’indipendenza regolatoria”. Il mercato interno dell’energia, infatti, “si basa sul principio consolidato che l’elettricità deve potersi muovere liberamente attraverso l’Unione, in linea con la libertà di movimento dei beni e dei servizi sancita dal Trattato Ue”.
Di conseguenza, gli articoli 13 e 14 del regolamento sul mercato elettrico dovrebbero restare così come proposti dalla Commissione, al fine di riaffermare l’approccio per il calcolo della capacità transfrontaliera definito dalle linee guida Cacm.
Uno degli obiettivi del regolamento, conclude Acer, dovrebbe essere quello di “risolvere le persistenti limitazioni nazionali ai flussi elettrici transfrontalieri e assicurare che gli scambi di energia non siano indebitamente limitati”.