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Responsabilità Editoriale Gruppo Italia Energia

L’auto elettrica sul tavolo delle big oil

Il tema alla CeraWeek di Houston

Quotidiano Energia - Inevitabilmente tra i protagonisti del Salone di Ginevra, l’auto elettrica è finita anche al centro di un evento dai tratti ben diversi rispetto alla kermesse svizzera: la CeraWeek di Ihs Markit, che ogni anno riunisce a Houston il gotha del petrolio mondiale. Concordi i top manager del mondo oil che ripresi da “Bloomberg” hanno affrontato il tema: l’e-car crescerà, ma l’impatto sui consumi sarà marginale e potrebbe anche offrire nuove opportunità di business.
Su quest’ultimo punto si è soffermato in particolare il numero di BP, Bob Dudley, il quale pur vedendo schiudersi “possibilità eccezionali” con l’arrivo dell’auto elettrica (la major ha puntato per ora sulle infrastrutture di ricarica mobili acquistando l’americana FreeWire Technologies), rimarca comunque che questa alimentazione “non è la panacea che tutti stanno aspettando” e petrolio e gas continueranno ad essere centrali nel panorama energetico globale.
Più duro il presidente e ceo di Saudi Aramco, Amin Nasser, secondo cui “sono in molti a credere erroneamente che sarà semplice sostituire i motori a combustione interna con quelli elettrici”, ma “la questione è molto più complessa”. Evidenziando il grande lavoro delle case auto per rendere sempre più puliti i propulsori tradizionali, a cui si è unita anche la stessa Aramco, il manager saudita punta il dito sulle “numerose problematiche” legate alla e-mobility, in particolare quelle connesse al mix energetico alla base dell’elettricità impiegata, che in Paesi come Cina e India continua a dipendere dal carbone: “Stiamo semplicemente spostando le emissioni dagli scarichi delle auto ai camini delle centrali”.
“Comunque sì”, riconosce Nasser, “le vetture a batteria cresceranno e il loro contributo sarà il benvenuto nel mondo della mobilità. Ma vista la competizione e la complessità della transizione, il loro impatto sul 20% della domanda petrolifera non sarà esagerato e in ogni caso c’è ancora l’80% dei consumi che continuerà a crescere”.
Il numero uno di Total, Patrick Pouyanné, ha ammesso dal canto suo di guidare un’auto elettrica, senza nascondere che “è piuttosto bizzarro per l’amministratore delegato di una major oil & gas”. Una scelta curiosa effettivamente, ma non unica, visto che anche l’a.d. Shell usa per i suoi spostamenti una Mercedes plug-in.
Il manager francese riconosce tra i vantaggi della sua e-car la grande silenziosità, mettendo però in risalto i circa 50 € spesi ogni mese per il noleggio della batteria. “Sto spendendo più di quanto pagavo per il pieno della vettura che usavo prima”, spiega Pouyanné, “ma in ogni caso sono convinto che nei prossimi 10-15 anni ci saranno molte auto elettriche nelle grandi città”. Prospettiva che per il manager non deve essere tuttavia confusa con i riflessi sulla richiesta oil: “Bisogna essere chiari, la cosa importante sono i chilometri percorsi e una piccola auto elettrica in città non ha grandi percorrenze annue. Davanti a noi c’è ancora una lunga storia per il petrolio”.