Quotidiano Energia - I “Corporate renewable power purchase agreements” (Ppa) uniscono anche a livello europeo i produttori e i consumatori di energia, che in una dichiarazione congiunta pubblicata oggi hanno chiesto l’aumento dell’obiettivo Ue al 2030 per le rinnovabili dal 27 al 35 e l’eliminazione delle barriere normative allo sviluppo dei Ppa ancora presenti in molti Paesi del Vecchio Continente.
La coalizione di produttori e consumatori - raccolta attorno a RE-Source Platform, la piattaforma lanciata alla fine di ottobre proprio allo scopo di diffondere i Ppa a livello europeo - rileva che “i corporate Ppa per le rinnovabili possono giocare un ruolo decisivo nel raggiungimento degli obiettivi climatici ed energetici dell’Europa”. Soltanto negli ultimi due mesi, infatti, oltre 1 GW di capacità è stato contrattato attraverso questi accordi.
Per sfruttare appieno il potenziale di questo strumento, avverte tuttavia la coalizione, serve un orizzonte di sviluppo delle Fer più ambizioso e una modifica delle attuali normative di molti membri Ue che ostacolano il decollo dei Ppa. Di qui un esplicito invito al Consiglio Energia in programma il 18 e 19 dicembre affinché la nuova direttiva Fer contenga norme specifiche per il settore e indichi un target per le rinnovabili di “almeno il 35% al 2030” %, come richiesto dalle commissioni Itre ed Envi dell’Europarlamento.
La dichiarazione (disponibile in allegato sul sito di QE) è firmata tra gli altri da WindEurope, Solar Power Europe, Italia Solare, Enel Green Power, Iberdrola, Centrica, Vestas, Siemens-Gamesa, Orsted, Google, Amazon, Microsoft, Unilever e Ikea.