Quotidiano Energia - Mentre il cancelliere tedesco Angela Merkel è impegnata ormai da oltre due mesi nelle trattative per la formazione del nuovo Governo, che incontra i principali ostacoli proprio nelle questioni energetiche e climatiche, la potente Confindustria bavarese (Vbw) lancia un allarme sulla transizione, giudicata “inefficace e troppo costosa”.
Sulla scorsa di uno studio commissionato alla società specializzata Prognos, Vbw accusa la “energiewende” di aver fallito la maggior parte dei suoi obiettivi, in particolare per l’efficienza e per le emissioni di CO2 del settore energetico, stagnanti dal 2014 e superiori ai target previsti da 7 anni consecutivi.
La energiewende, ha stigmatizzato in una nota il presidente di Vbw, Alfred Gaffal, ha portato a un’espansione delle fonti rinnovabili superiore a quanto previsto, con il risultato che i costi della transizione raggiungeranno nel 2025 i 520 miliardi di euro, con riflessi negativi sul prezzo dell’elettricità.
In effetti, in base agli ultimi dati dell’agenzia per le reti BnetzA, negli ultimi 12 mesi sono state avviate sulla terraferma tedesca turbine eoliche per un totale di 5.516 MW, ben al di sopra dell’obiettivo di sviluppo annuo di 2,8 GW fissato dal Governo nel triennio 2017-2019. BnetzA ha annunciato di conseguenza che – come previsto dal regolamento transitorio della legge sull’energia Eeg 2017 – gli impianti che lo scorso febbraio hanno optato per gli incentivi anziché per le aste subiranno dal 1° aprile 2018 una riduzione della tariffa del 2,4%.