Quotidiano Energia - Non solo costi e reperibilità. Sul tema delle materie prime per le batterie delle e-car, l’attenzione dei costruttori non può che concentrarsi anche sulla sostenibilità ambientale e sociale legata ai luoghi dove avvengono le estrazioni dei metalli, posto che le principali riserve si trovano essenzialmente in Paesi dove questi argomenti passano ampiamente in secondo piano.
In quest’ottica, le case auto che fanno già parte della partnership Drive Sustainability (VW, Toyota, Ford, Daimler, Bmw, Jaguar Land Rover, Volvo e Scania) hanno lanciato ieri a Bruxelles il “Raw Material Observatory”, con un focus sulle materie prime necessarie per gli accumulatori e l’intento dichiarato di “rilevare e affrontare i problemi etici, ambientali, umani e dei diritti del lavoro”.
“L’osservatorio valuterà tutti i possibili rischi”, spiega Stefan Crets, direttore esecutivo del network Csr Europe che coordina l’alleanza tra i costruttori, “ciò consentirà a Drive Sustainability di identificare le attività da perseguire per affrontare le criticità etiche e ambientali lungo l’intera supply chain". La partnership metterà a punto un piano d’azione all’inizio del 2018.
“Invitiamo tutti i fornitori e gli stakeholder a collaborare con noi per un approvvigionamento sostenibile delle materie prime”, conclude Crets.
Proprio in materia di batterie, il Regno Unito ha identificato intanto nel West Midlands quella che sarà la sede del suo battery hub, predisponendo subito un investimento di 80 milioni di sterline. “La struttura spingerà il Paese in questo promettente business, mettendo insieme esperti accademici e industria”, ha detto il segretario all'Industria e all'Energia, Greg Clark. Il centro sarà sviluppato insieme al Manufacturing Group della Warwick University.