Gli obiettivi Ue al 2030 nascono già vecchi. Il calo dei costi delle fonti rinnovabili, abbinato alle nuove forme di flessibilità della domanda e alla graduale eliminazione del carbone, possono ridurre infatti le emissioni di gas-serra del settore elettrico del 55% invece che del 30% previsto, permettendo al contempo risparmi sui costi di sistema per 600 milioni di euro nonché la creazione di 90.000 nuovi posti di lavoro. E' quanto emerge dallo studio "Cleaner, smarter, cheaper", secondo cui le Fer possono arrivare a coprire al 2030 il 61% del mix elettrico Ue a un costo inferiore rispetto a quello che si avrebbe mantenendo il target del 49% attualmente considerato (i target per il settore elettrico derivano da obiettivi complessivi indicati in -40% per le emissioni e nel 27% dei consumi per le Fer, ndr).
Lo studio, commissionato ad Artelys da Energy Union Choices e presentato oggi a Bruxelles, spiega che le Fer e la domanda flessibile possono sostituire nei prossimi 12 anni oltre la metà della generazione europea a carbone e gas. E' tuttavia "indispensabile una rapida e intelligente uscita dal carbone al fine di cogliere le opportunità della riduzione del costo delle Fer", modificando "le attuali politiche Ue che non affrontano il problema dell'overcapacity e stanno frenando gli investimenti nelle rinnovabili e nelle soluzioni per la domanda flessibile".
Sarà inoltre fondamentale, aggiunge Artelys, attuare il Clean Energy Package per arrivare a una piena integrazione dei mercati elettrici dei 28, che se raggiunta porterà a un risparmio quantificato in 3,4 miliardi di euro all'anno dal 2030.
In base alle proiezioni dello studio, la flessibilità delle reti e della domanda può garantire il bilanciamento del sistema elettrico a costi inferiori rispetto alle fonti fossili. Opportunamente sfruttate, queste soluzioni possono infatti portare a un dimezzamento della generazione a gas dai 514 TWh del 2015 a 259 TWh nel 2030 (contro i 369 TWh indicati dagli scenari della Commissione Ue), anche in presenza di un contestuale phase-out del carbone.
Nel corso della presentazione dello studio, il vice-presidente della Commissione Ue responsabile dell'Unione energetica, Maros Sefcovic, si è detto convinto che "nel futuro in cui stiamo entrando l'energia sarà certamente più pulita, più intelligente e più economica", ma, ha aggiunto, "occorre finalizzare a applicare rapidamente le proposte al 2030 coinvolgendo tutti i settori della società".