I "Corporate renewable power purchase agreements" (Ppa), ossia gli accordi tra grandi consumatori e produttori di elettricità, "sono la prossima frontiera dell'energia rinnovabile europea". E' quanto emerso dall'evento "Re-Source 2017 - Connecting renewable energy buyers and sellers", svoltosi il 10 e 11 ottobre a Bruxelles, cui hanno partecipato i grandi consumatori di energia, i produttori da Fer e le associazioni europee dell'industria eolica e solare, WindEurope e Solar Power Europe.
Nel corso dell'evento - presenti tra gli altri i rappresentanti di Google, Mars, Ikea, Alcoa, Enel Green Power, Edf Energies Nouvelles, Envision e Vestas - è stato ricordato che il mercato dei Ppa del Vecchio Continente è quasi triplicato nel 2016 rispetto all'anno precedente, con oltre 1 GW di capacità contrattualizzata, poiché questo strumento assicura vantaggi sia ai consumatori industriali che ai produttori di energia "green". I primi, ha sottolineato l'a.d. di WindEurope, Giles Dickson, "possono ricevere forniture a prezzi fissi, riducendo così l'esposizione alla volatilità dei costi dei combustibili fossili"; i secondi acquisiscono una maggiore certezza finanziaria avendo già contrattato la loro produzione per lunghi periodi di tempo. Nel complesso, i Ppa facilitano gli investimenti in grandi impianti utility scale, potendo contare su un flusso stabile di introiti.
La prossima fase di sviluppo dei Ppa deve tuttavia passare, ha sostenuto il fondatore di Bloomberg New Energy Finance, Michael Liebreich, per un'azione comune a livello europeo, con l'obiettivo di ridurre ulteriormente i costi. In tal senso, WindEurope e Solar Power Europe hanno insistito su tre priorità. In primis, "è necessario chiarire la legislazione europea riguardo a eventuali restrizioni sui contratti a lungo termine" e, in secondo luogo, occorre "completare l'attuazione del sistema delle garanzia di origine" per evitare il rischio di "doppi conteggi". Infine, è necessario "fornire linee guida e contratti standard per creare processi agili e aprire il mercato a imprese più piccole".
Sono poi da superare barriere regolatorie e "zone grigie" di alcune normative nazionali (in Germania, ad esempio, non è chiaro se i Ppa siano permessi dalla legislazione).
In Europa, non a caso, il ricorso delle grandi aziende ai Ppa è ancora limitato e circoscritto a pochi Paesi, principalmente Scandinavia e Regno Unito.
Enel Green Power, ha spiegato il direttore Commerciale della società, Javier Vaquerizo, "ha un'estesa esperienza con i 'green Ppa' nel mondo, con accordi corporate in America con clienti come General Motors, Google, T-Mobile e Anheuser-Busch". Un modello, ha sottolineato Vaquerizo, che "potrebbe essere la nuova strada per accelerare i progetti di generazione sostenibile (economicamente e dal punto di vista ambientale) da Fer in Europa, con un contesto regolatorio efficace".
Il Clean Energy Package potrebbe essere una opportunità per rimuovere gli ostacoli ai Ppa in Europa, ma la proposta di direttiva Fer della Commissione è "insufficiente", ha dichiarato Dickson, auspicando un intervento dell'Europarlamento e del Consiglio nella fase di negoziazione del provvedimento.
"L'energia pulita sta diventando molto, molto economica", ha concluso Liebreich, che ha lanciato un messaggio alle grandi aziende: "Potete ridurre i vostri costi comprando elettricità rinnovabile". A livello mondiale più di 100 grandi compagnie si sono già impegnate attraverso l'iniziativa RE100 a consumare energia da Fer per il 100% del loro fabbisogno, ovvero un totale di 150 TWh l'anno.