Le elezioni saranno le prime da quando è stata approvata una nuova legge nel 2022 che consente ad alcuni candidati di candidarsi al Parlamento in più distretti, se appartengono a partiti politici. Il cambiamento è stato visto come un tentativo da parte di re Abdullah di incoraggiare la formazione di più partiti politici, senza intaccare i suoi poteri. Secondo la Costituzione, le elezioni nazionali si tengono entro quattro mesi dalla fine del mandato quadriennale del Parlamento, che termina formalmente a novembre.
Il Parlamento, formato da 130 membri, è composto principalmente da deputati che appartengono alle tribù presenti in quello che divenne il protettorato britannico della Transgiordania nel 1921. Da allora la popolazione della Giordania è aumentata a causa degli arrivi di massa di rifugiati ed emigrati, principalmente dalla Palestina ma anche dall'Iraq, dalla Siria e da altri Paesi.
Da decenni un ruolo primario della monarchia hashemita è quello di mantenere l'equilibrio tra i diversi gruppi etnici e tribali presenti nel Paese.
L'elezione arriva mentre il Paese sta risentendo dell'impatto della guerra a Gaza, che ha colpito il turismo, uno dei principali pilastri dell'economia, e le imprese. Secondo i dati ufficiali, l'affluenza alle ultime elezioni parlamentari del 2020 è stata del 30%, rispetto al 36% del 2016. (ANSAmed).
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