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Tunisia: un'associazione rilancia abolizione pena morte

Terrorismo si combatte non solo con soluzioni di sicurezza

28 marzo 2024, 13:27

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

(ANSAmed) - ROMA, 28 MAR - La recente condanna alla pena capitale emessa dal Tribunale antiterrorismo di Tunisi nei confronti di quattro imputati per l'omicidio politico del leader di sinistra Chokri Belaid, avvenuto nel febbraio 2013, ha riacceso in Tunisia il dibattito sulla pena di morte nell'ordinamento giuridico tunisino.

La giustizia tunisina continua a condannare gli imputati alla pena capitale, nonostante nel Paese vige una moratoria da oltre 30 anni. In questo contesto la Coalizione tunisina contro la pena di morte (Ctpcm) ha espresso in una nota la sua opposizione alla legge antiterrorismo 26/2015, che prevede per la pena di morte per gli autori di atti terroristici mettendo in guardia contro qualsiasi strumentalizzazione della questione, con l'obiettivo di normalizzare e ripristinare la pena di morte.

"La pronuncia della sentenza in questo caso, undici anni dopo il delitto, dimostra ancora una volta che la giustizia in Tunisia procede a passo di lumaca e che la verità non è stata completamente rivelata. Ad eccezione di alcuni carnefici, gli agenti che hanno incitato, hanno pianificato e hanno ordinato l'assassinio non sono stati processati. La giustizia ha inoltre evitato di menzionare o anche solo di alludere alle parti regionali e internazionali che hanno sponsorizzato questo assassinio", si legge nel comunicato stampa. "Lo sradicamento del terrorismo takfirista (islamista radicale) e la prevenzione dei crimini terroristici richiedono di affrontare le cause e le motivazioni politiche, economiche, culturali, educative e psicologiche che hanno portato alla sua comparsa e proliferazione in Tunisia".

La Coalizione ha inoltre chiarito che sconfiggere il terrorismo solo con ricette di sicurezza è "fuorviante, e si tratta di una soluzione illusoria". "La vera lotta al terrorismo passa attraverso lo sradicamento di questa piaga, che richiede un processo complementare consistente nello smantellare tutto l'impianto ideologico e politico del fenomeno della violenza politica takfirista, fiorito con gli omicidi in Tunisia e con l'invio di contingenti di terroristi in Siria, Libia e Iraq", conclude la nota. Nel 2020 il presidente Kais Saied mise in dubbio la moratoria sulla pena di morte, dicendosi favorevole alla sua applicazione dopo l'efferato omicidio di una donna di 29 anni. La posizione del presidente tuttavia venne fortemente criticata da diverse Ong. (ANSAmed).

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