Al centro dei colloqui ad Ankara, previsti nel primo pomeriggio, ci saranno diverse questioni strategiche, dalle migrazioni alle dispute geopolitiche regionali, su Mediterraneo orientale, Siria e Libia. Il confronto riguarderà in particolare il rinnovo del controverso accordo del marzo 2016 sui rifugiati siriani. Il governo Erdogan chiede ulteriori risorse per continuare a farsi carico dell'accoglienza degli oltre 3,6 milioni di profughi di guerra, dopo i 6 miliardi già impegnati in questi anni dall'Ue. Dal canto suo, Bruxelles appare intenzionata a puntare sulla cooperazione allo sviluppo, viste le scarse prospettive di un prossimo ritorno in patria dei rifugiati.
Parallelamente, è previsto anche un confronto sull'aggiornamento dell'unione doganale del 1995, da tempo sollecitato dalla Turchia, e sulla ripresa del dialogo di alto livello, sospeso nel 2019. Ankara spinge inoltre per una liberalizzazione dei visti.
Il possibile rilancio dei rapporti bilaterali dovrà fare i conti con i recenti strappi interni di Erdogan, dalla tutela dei diritti delle minoranze, con la richiesta di messa al bando del principale partito curdo e gli arresti di oppositori, al discusso ritiro dalla Convenzione di Istanbul contro la violenza di genere. (ANSAmed).
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