La misura in questione, una proposta di legge che dovrà essere approvata in Parlamento, punta a ridurre i denominati "benefici caduti dal cielo", ottenuti da produttori d'energia con basse emissioni di Co2 (come le nucleari) che — a causa di meccanismi attuali del mercato — riescono a venderla a prezzi simili rispetto a quelli che invece devono pagare i diritti europei d'emissione di Co2, ottenendo quindi maggiori profitti.
Questa iniziativa ha portato sul piede di guerra le principali aziende del settore in Spagna, tra le quali ci sono grandi compagnie elettriche come Endesa e Iberdrola: un comunicato dell'organizzazione che le raggruppa, il Foro Nucleare, sostiene che, con la nuova legge, sarebbero costrette a chiudere anticipatamente le centrali attive in Spagna per insostenibilità dei costi. Attualmente nel Paese iberico ci sono sette impianti in funzionamento.
Le concessioni attuali scadranno tra il 2027 e il 2035, ricorda il quotidiano El País, che segnala anche che l'eventuale stop delle centrali non può essere deciso unilateralmente dai proprietari perché è necessaria l'autorizzazione del governo e dell'ente regolatore del mercato. Fonti dell'esecutivo hanno risposto al settore affermando che le misure previste sono "conformi al diritto nazionale ed europeo", secondo la televisione pubblica spagnola Tve. (ANSAmed).
Riproduzione riservata © Copyright ANSA