(ANSAmed) - PALERMO, 31 GEN - La Valle dei Templi di
Agrigento e il Teatro Antico di Taormina figurano fra i primi
sette siti più visitati d'Italia. E superano persino il Museo
Egizio e la Venaria Reale di Torino, la Reggia di Caserta e
Villa Adriana e Villa D'Este a Tivoli.
Al top anche Siracusa, la Villa del Casale di Piazza
Armerina, i Parchi di Segesta e Selinunte e il Chiostro di
Monreale. I dati sono stati diffusi dal dipartimento regionale
dei Beni culturali, guidato da Sergio Alessandro, dopo che il
ministero dei Beni culturali, nei giorni scorsi, nello stilare
la graduatoria nazionale non aveva inserito gli analoghi luoghi
siciliani della cultura. Una "dimenticanza" dovuta all'autonomia
che la Regione ha in materia.
Sono ben sette i siti dell'Isola che si collocano nei primi
trentasette posti delle destinazioni più frequentate da
visitatori e turisti in Italia. Ad esempio, il Parco
archeologico della Valle dei Templi di Agrigento, che nel 2019
ha superato i 940mila visitatori, e il Teatro Antico di
Taormina, di poco sotto agli 890mila ingressi, risultano a
ridosso del Colosseo a Roma, degli Uffizi a Firenze e del Parco
archeologico di Pompei. Anche il Parco archeologico della
Neapolis di Siracusa, che si colloca con quasi 700mila
visitatori prima del Museo archeologico di Napoli, della
Galleria Borghese di Roma, del Parco archeologico di Paestum,
della Pinacoteca di Brera e dei Musei Reali di Torino, vede un
suo momento di grande rinascita grazie anche ai recenti
provvedimenti messi in atto dal governo regionale che ha
riordinato il sistema dei Parchi archeologici. "I beni
culturali siciliani e i luoghi di fruizione come i Parchi
archeologici, i musei, le Gallerie, le biblioteche - evidenzia
il presidente della Regione Nello Musumeci - costituiscono un
bene comune da preservare e valorizzare. Certamente sono luoghi
che devono attrarre turismo e creare un circuito produttivo e
occupazionale, ma nel contempo devono essere parte integrante
del territorio, della sua identità e generare crescita civile
della nostra comunità". (ANSAmed).
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